Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 11 Maggio 2015
Unioni civili: regolamento approvato
Il sì della maggioranza e del M5S
Come era ampiamente prevedibile, il Consiglio comunale di Bergamo ha approvato stasera, lunedì 11 maggio, il regolamento per il riconoscimento delle Unioni civili che entra formalmente in vigore martedì 12 maggio.
Il regolamento è stato approvato con i voti della maggioranza, e dunque di Pd, Lista Gori, Patto Civico e Sel, e con il sostegno del Movimento 5 Stelle. Contraria la minoranza, Lista Tentorio, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno votato no, mentre la Lega Nord non ha partecipato al voto.
Ecco i tweet del sindaco Gori e del Comune di Bergamo dopo l’approvazione. Gori ha sottolineato che il regolamento sarà a difesa sia delle coppie eterosessuali, sia di quelle omosessuali e consentirà di accedere ai servizi comunali. Secondo la minoranza si è trattato soltanto di una mossa propagandistica con una tempistica affrettata.
Il Consiglio comunale di Bergamo approva il Regolamento per il riconoscimento delle Unioni civili. Cari parlamentari, adesso tocca a voi!
— Giorgio Gori (@giorgio_gori) 11 Maggio 2015
Il #ConsiglioComunale di #Bergamo ha approvato il registro delle unioni civili, 226ma città in #Italia ad... http://t.co/amAY7amU8J
— Comune di Bergamo (@ComunediBergamo) 11 Maggio 2015
In una lettera a L’Eco di Bergamo il sindaco aveva scritto domenica: « Si tratta di un passaggio di evidente valore simbolico, come è stato da più parti sottolineato, ma - contrariamente a quanto alcuni sostengono - non privo di effetti concreti. Le coppie non sposate, dello stesso sesso o di sesso diverso, sono oggi soggette a numerose discriminazioni, di varia rilevanza. Si tratta di oggettive disuguaglianze che il Comune, per quanto nelle sue possibilità, è tenuto a colmare assicurando pari opportunità a tutti i cittadini».
«Per esempio: con l’istituzione del Registro e il rilascio di un “attestato di unione civile basata su vincolo affettivo” entrambi i membri della coppia potranno godere delle forme di assistenza e solidarietà previste dal welfare comunale nel caso uno di loro sia affetto da malattia invalidante: oggi questo non accade. Se un membro della coppia fosse non autosufficiente, il partner potrà vedersi riconosciuto dal giudice il ruolo di “amministratore di sostegno”; si attiverà il diritto al subentro del convivente in un alloggio popolare; vi sarà la possibilità di partecipare ai bandi per l’assegnazione di alloggi popolari e la possibilità di subentrare nel contratto di locazione in caso di decesso del partner».
«Il Registro delle Unioni civili serve a certificare la stabilità della relazione. Da qui - per quanto riguarda l’assistenza in ospedale - deriva la possibilità di accesso, visita e consultazione della cartella clinica del partner, altrimenti impedita; la possibilità di usufruire del congedo parentale in caso di decesso o infermità del partner; o ancora, la possibilità di detrazione dell’imposta lorda per le spese di ristrutturazione di un immobile».
«Vi sono in Italia oltre un milione di coppie non sposate. È un dato di fatto della nostra società e anche per questo - come è stato osservato - il sentire comune, anche in una provincia come la nostra, è obiettivamente maturo per il riconoscimento delle Unioni civili. Anticipiamo il Parlamento, da cui (da troppo tempo) attendiamo l’approvazione di una legge nazionale su questa materia, ma siamo consapevoli di non operare una forzatura rispetto alla sensibilità della maggioranza dei nostri concittadini. Nelle scorse settimane non sono tuttavia mancate le critiche e le obiezioni nei confronti del provvedimento. Ce n’è stata contestata innanzitutto l’urgenza («perché tanta fretta?»). Rispondo che in questo primo anno di lavoro di cose ne abbiamo fatte parecchie, prima di occuparci delle coppie di fatto, e che per prendersi cura dei diritti delle persone non è comunque mai troppo presto».
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