Una serata in discoteca a Bergamo
«Lo sballo? Ancor prima di entrare»

«Vorrei porre in rilievo, anche se purtroppo le cronache nazionali lo fanno con assiduità da diversi giorni, il problema delle sballo e dei giovani. Premesso che ho 24 anni e vado almeno una volta al mese a ballare, quindi, non sono distante anni luce dal mondo dei “non ancora ventenni” che frequentano locali notturni».

Inizia così la lettera di un giovane bergamasco che venerdì 14 agosto si trovava fuori da un noto locale del territorio per partecipare a una serata organizzata dalla discoteca. «Premesso che non “casco dalle nuvole” e conosco come ruota il mondo attorno ai locali, devo dire di essere rimasto impressionato dal numero considerevole di ragazzini che muniti di bottiglie di birra, vino e di succo “pesantemente corretto”, si avvicinavano all’ingresso e, complice la lunga fila, continuavano a bere anche a pochi metri dal locale».

«Piccola parentesi: la coda di gente è arrivata ad occupare più di mezza carreggiata e dal punto di vista della sicurezza non è stato il top - continua la lettera -. Allora, mi sono chiesto, di tutto il dibattito che è seguito al caso del Cocoricò, nella nostra realtà provinciale che cosa è rimasto? Se i ragazzi bevono intere bottiglie di superalcolici prima di entrare, non converrebbe allora che le discoteche venissero autorizzare a fare un “alcol test” pre ingresso, cosicché le stesse debbano eventualmente fare i conti solo con coloro che, loro malgrado, si ubriacano all’interno? Dato che, lo sanno anche i sassi, la gente va in discoteca per ballare, rimorchiare e bere, e di queste tre cose quella preliminare allo sballo è soprattutto lo smodato utilizzo di alcol, allora invece che chiudere i locali bisognerebbe permettere loro di fare più pulizia e selezione all’ingresso (sempre che per interessi economici non sia disinteressati a queste pratiche), dato che, purtroppo, il consumo all’interno è difficilmente controllabile».

«Così facendo, dal mio punto di vista, si potrebbe dare una stretta allo sballo eccessivo dei giovani che a volte, sono anche under 18». E continua: «Seconda parentesi: un gruppo di ragazzine che sembravano uscita della seconda media, ma vestite come Julia Roberts in Pretty Woman, (mi spiace per il paragone ma è l’espressione più politicamente corretta che mi è venuta, ndr) meditava di entrare nel locale in qualche punto del retro, per evitare i controlli all’interno o per evitare il costo dell’ingresso questo non è dato saperlo».

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