Una donna russa uccisa a Tunisi
viveva da tempo nella Bergamasca

L’onda lunga e sinistra dell’attentato di Tunisi raggiunge anche Bergamo. Tra le vittime, si è saputo solo venerdì 20 marzo, c’è anche Galina Potapenko, 52 anni, immigrata russa che viveva da tempo a Sarnico.

La sua è una vicenda doppiamente tragica, perché la notizia della sua morte, sotto i colpi di mitra dei terroristi, è arrivata con un giorno intero di ritardo alla famiglia. «Giovedì, verso mezzogiorno, ho ricevuto una chiamata - ha raccontato con la voce spezzata il figlio Evgeniy, 28 anni -. Era un giornalista di un canale russo. Voleva sapere di mia madre, ma io non capivo, non sapevo nulla. Mi ha detto lui che era morta».

Il ragazzo sapeva solo che la mamma era in crociera con la Costa, ma non immaginava che la nave fosse proprio quella da cui era scesa la comitiva falciata dai terroristi durante la tragica gita al museo del Bardo. Alla fine sono arrivati per primi i media e il figlio ha appreso la notizia nel modo più crudele.

Galina è partita domenica scorsa insieme a un’amica, nonostante anche il compagno Giuseppe Bettoni l’avesse sconsigliata. Si è imbarcata sulla Costa Fascinosa ed è andata incontro al suo destino. Il pensionato, 68 anni, viveva con la donna da 10 anni: lei si era trasferita a Sarnico da via Borgo Palazzo, in città, dove abitava prima. Infermiera diplomata, assisteva a domicilio gli anziani nei paesi del Basso Sebino.

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