Una bomba a mano nel cortile
Gamba e famiglia sotto protezione

Non una bomba carta, non una molotov o un ordigno artigianale. Ad esplodere nel cortile della villa di Gianfranco Gamba, a Gazzaniga, è stata una vera bomba a mano, di fabbricazione estera. È il dettaglio inquietante, che trapela dagli inquirenti.

Non una bomba carta, non una molotov o un ordigno artigianale, tantomeno un petardo. Ad esplodere nel cortile della villa di Gianfranco Gamba, a Gazzaniga, è stata una vera bomba a mano, di fabbricazione estera. È il dettaglio inquietante, che trapela fra il riserbo degli inquirenti.

E ora il super testimone del caso Morandi, che lamenta dai suoi conti correnti un ammanco di ben 10 milioni di euro e che con la sua denuncia ha fatto partire l’indagine, è sotto protezione: i carabinieri della compagnia di Clusone stanno effettuando un servizio di «vigilanza dinamica», ovvero frequenti passaggi nei pressi della sua abitazione, ora dunque inserita a pieno titolo fra i cosiddetti «obiettivi sensibili».

Per cercare di risalire agli autori degli atti intimidatori i carabinieri di Clusone, coordinati dai pubblici ministeri Maria Cristina Rota e Carmen Santoro, hanno qualche elemento da approfondire. Primo: la tipologia di ordigno e la sua possibile provenienza.

Gianfranco Gamba era uno dei principali clienti di Benvenuto Morandi, l’ex sindaco di Valbondione, quando quest’ultimo era direttore della filiale Private della Intesa Sanpaolo di Fiorano al Serio. Secondo le accuse, Morandi avrebbe distratto dai conti correnti di Gamba e familiari qualcosa come dieci milioni di euro, in larga parte confluiti nelle casse della Sviluppo turistico Lizzola (Stl), la società partecipata dal Comune di Valbondione che gestisce gli impianti sciistici. Le intimidazioni all’imprenditore sono davvero da ricondurre in qualche modo all’inchiesta Morandi? Oppure qualcuno ce l’ha con lui per altre vicende?

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