Un mazzo di cinquanta rose rosse
è stalking: condannato un 70enne

Anche un mazzo di cinquanta rose rosse, se non è gradito, può rientrare nel quadro di una vicenda di stalking.

Un uomo di settant’anni è stato condannato mercoledì 14 settembre dal tribunale di Torino a dodici mesi di reclusione, con la condizionale, per avere rivolto all’ex compagna una quantità di premure, regali e gentilezze non richieste. «Sono ancora perdutamente innamorato di lei», ha spiegato al giudice nel corso del processo dopo aver preso la parola.

Gli episodi passati al vaglio del processo sono numerosi: oltre a recapitarle delle rose (che la donna, non apprezzandole, distribuì ai passanti), l’imputato, fra l’altro, le portò l’automobile dal meccanico, a sua insaputa, per una riparazione. L’avvocato difensore, Antonio Genovese, ha sottolineato che non si può parlare di una persecuzione scandita da angherie o violenze.

«Il mio assistito - ha detto - voleva soltanto manifestare il suo interesse per lei. E soprattutto non pensava di compiere atti di una portata tale da determinare uno stato d’ansia. La paura, poi, era fuori discussione. Qui si parla di amore. Un amore che è stato condannato».

La relazione fra i due, cominciata nel 1992, si era interrotta dopo vent’anni. Solo una volta, a quanto si è detto, l’imputato fece in modo di incrociare la donna - in quel momento con un amico - in un locale pubblico: si fece vedere, ma non si avvicinò.

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