Ucraina, sempre più dolore e morti
L’appello di Ciocca: dobbiamo fare di più

L’ingegnere Andrea Ciocca, capo progetto di Medici senza Frontiere a Donetsk, in Ucraina, racconta nuovamente la vita sotto i bombardamenti. E chiede aiuto.

«I bombardamenti sono continui. Le persone non reagiscono neanche più. Cercano di continuare la loro vita, ma è impressionante: ci si può abituare a tutto ma si rischia di perdere la misura del pericolo». L’ingegnere Andrea Ciocca, capo progetto di Medici senza Frontiere a Donetsk, in Ucraina, racconta nuovamente la vita sotto i bombardamenti.

Medici Senza Frontiere sta dando supporto a più di 70 ospedali nella zona. «Abbiamo preparato kit per i feriti di guerra, per il trattamento delle malattie croniche e per la maternità; kit igienici e coperte. Inoltre team di psicologi stanno dando assistenza a chi ha perso tutto, famiglia, casa, dignità». E Ciocca aggiunge: «Stiamo facendo tanto. Dobbiamo fare di più», con un appello a sostenere l’attività di Medici Senza Frontiere.

Tutto questo perchè «i bombardamenti sono continui e la paura che cresce». Andrea Ciocca, ingegnere di Osio Sotto, da otto anni è operatore di Medici senza frontiere. Giovedì, quando a Donetsk un colpo di mortaio ha provocato in una stazione degli autobus almeno 13 morti, lui c’era. In Ucraina da novembre coordina – è capo progetto – il lavoro delle équipe che danno supporto a 70 ospedali. Da lì, mentre a casa papà Franco e mamma Lidia seguono «preoccupati ma sereni» la situazione, racconta: «Ormai la gente non reagisce neanche più. Io ancora sobbalzo a ogni esplosione, mi guardo in giro ma le persone non smettono neanche di parlare al telefono».

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