Tutti bocciati (2)

di Giorgio Gandola

Mi manda mammà. Dovrebbe essere costretto a scrivere cento volte la frase sul quaderno dei compiti delle vacanze, almeno questo, lo studente di un liceo classico di Roma che è riuscito a salvarsi dalla bocciatura grazie all’intervento del Tar del Lazio.

Mi manda mammà. Dovrebbe essere costretto a scrivere cento volte la frase sul quaderno dei compiti delle vacanze, almeno questo, lo studente di un liceo classico di Roma che è riuscito a salvarsi dalla bocciatura grazie all’intervento del Tar del Lazio. I giudici amministrativi hanno dato ragione alla sua famiglia che - dopo aver visto la pagella con 3 in matematica, 4 in fisica e 3 in storia dell’arte - ha deciso di portare il collegio dei docenti in Tribunale.

Singolare atteggiamento, quello di papà e mamma, incapaci di accettare un verdetto dei professori neppure troppo contorto, visto il campionario di voti inanellati dal ragazzo. Il segno inequivocabile del nostro invecchiamento sta nello stupore.

Ai nostri tempi, con una pagella simile, avremmo incamerato nell’ordine: un paio di calci nel sedere, una sgridata epocale stile uragano Katrina, il ritiro del motorino sino a data da destinarsi, la sospensione della paghetta settimanale e un’estate di lezioni a pagamento per provare a diventare «meno asino di quello che già sei» (mi sembra di sentirla, mia madre).

Invece la moderna famiglia romana ha deciso di spendere i suoi denari citando in Tribunale i pedagoghi, togliendo loro l’autorità di promuovere o bocciare per affidarla a giudici che storicamente muoiono dalla voglia di giudicare qualunque cosa si muova sulla crosta terrestre. La bocciatura è stata annullata perché secondo il Tar l’allievo avrebbe dovuto avere la chance del recupero a settembre.

Morale: figlio bocciato, si va dall’avvocato. Come insegnamento ci pare da urlo.

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