Truffa agli ospedali: due condanne

Due condanne e un’assoluzione. Un acconto di risarcimento danni di 265 mila euro. Si è concluso così il processo per gli appalti-truffa sul trasporto malati, che aveva portato sul banco degli imputati i gestori di un servizio di ambulanza, accusati di aver aver truccato le carte per aggiudicarsi le concessioni degli ospedali.

Il giudice Gaetano Buonfrate ha inflitto due anni e sei mesi di reclusione a Angelo Bonomelli, 62 anni, nativo di Solto Collina e residente a Trescore; un anno e cinque mesi (pena sospesa) per la compagna di quest’ultimo, Marilena Gardoni, 45 anni, originaria di Endine Gaiano; assoluzione «per non aver commesso il fatto», infine, per Mario Vitali, cinquantunenne residente a Endine. Le provvisionali, ovvero la cifra che il Tribunale ha stabilito debbano pagare le due persone condannate in attesa del giudizio in sede civile: 150 mila euro in favore dell’Azienda ospedaliera di Treviglio e Caravaggio, 115 mila per quella di Seriate.

L’inchiesta sfociata in questo procedimento nasce nel ’98, quando un uomo di 46 anni muore durante un trasporto in ambulanza tra Sarnico e Seriate. La Procura apre un fascicolo per omicidio colposo perché il defibrillatore a bordo del mezzo non funzionava. Il procedimento si chiude con una sentenza di non luogo a procedere per Bonomelli, titolare della ditta che aveva fornito l’ambulanza. Ma dalle indagini su quel decesso scaturisce un altro filone d’indagine: interrogando i dipendente di Bonomelli, gli investigatori scoprono che molti di loro non sono in regola con l’attestato di soccorritore, un requisito necessario per partecipare alle gare d’appalto bandite dagli ospedali per il trasporto dei malati e aggiudicarsi quindi il servizio.

Da qui l’accusa del pubblico ministero Mauro Clerici: gli imputati – che a vario titolo hanno gestito l’Associazione volontaria Croce Bianca di Ciserano, non più presente in paese da tempo – avrebbero ottenuto le concessioni truffando gli ospedali, cioè dichiarando che il personale aveva frequentato corsi di pronto soccorso e ottenuto il relativo attestato, mentre così non era. Dal processo la maggior parte dei diplomi è risultata falsa e lo stesso dottor Giuseppe Ricucci, che aveva organizzato alcuni corsi, non ha riconosciuto come propria la firma su 16 degli oltre venti mostratigli dal pm in aula.

Gli appalti ottenuti negli otto anni contestati – dal ’92 al 2000 – consentirono alle associazioni gestite da Bonomelli di aggiudicarsi appalti per oltre tre miliardi di vecchie lire: denaro sborsato da quattro vecchie Ussl, oggi confluire nelle Aziende ospedaliere di Treviglio e Seriate, che al processo erano parte civile con gli avvocati Claudio Zilioli e Marco Zambelli. Gli imputati erano assistiti invece dall’avvocato Raffaella Sonzogni: per capire i motivi delle due condanne e dell’assoluzione sarà necessario attendere le motivazioni del giudice.

(18/06/2004)

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