Tribunale, un salto da Balzer Per un caffè? No, per l’interprete

Manca l’interprete di lingua araba, processo rinviato di 24 ore? Nient’affatto. Basta andare al bar per recuperarne uno di fortuna. È successo questa mattina in Tribunale a Bergamo, durante un processo per direttissima: al momento di iniziare l’udienza di convalida dell’arresto, l’interprete di arabo convocata si è allontanata per un impegno e non è stato possibile rintracciare nessuno degli altri interpreti abituali del Tribunale. Nell’impossibilità di continuare, il giudice è stato quindi costretto a rinviare il tutto di 24 ore. Ma, a quel punto, uno degli agenti delle Volanti che avevano fatto l’arresto ha avuto un’idea: chiedere in Questura se ci fosse un interprete a disposizione. In pochi minuti ci si è ricordati che nel vicino bar «Balzer», sul Sentierone, da anni lavora un barista marocchino e un agente si è precipitato a chiamarlo. Pantalone scuro, camicia bianca impeccabile, il barista si è presentato in aula e ha prestato il giuramento di rito, permettendo così di celebrare subito il processo. Con buona pace anche dell’imputato, un palestinese di 21 anni incensurato, senza fissa dimora, accusato di detenzione di hashish, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, che ha patteggiato nove mesi di reclusione con pena sospesa.

Il fatto: la scorsa notte il giovane è stato notato dalla polizia in bicicletta in via Borgo Palazzo, all’angolo con via Pirovano. Il palestinese ha cercato di fuggire, cadendo e, dopo una accesa resistenza (contusioni guaribili in tre giorni per i due poliziotti), è stato arrestato. Addosso aveva 3 dosi di hashish. All’interprete ha spiegato: «Ero uscito per fare un giro e comprare l’hashish per uso personale. Vedendo la polizia mi sono spaventato».

(21/07/2004)

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