Cronaca / Valle Imagna
Giovedì 20 Febbraio 2014
Treviglio, sicurezza sulle strade
Luci e segnaletica agli incroci killer
Nuovi interventi per la sicurezza stradale di Treviglio. I tre punti più a rischio sono situati su quella che a Treviglio viene definita la dorsale stradale: due in viale Ariosto, alle intersezioni con via Carducci e Sante Capitanio e Gerosa, e il terzo in viale XX Settembre dove si interseca via Filzi.
I dati della polizia locale di Treviglio hanno evidenziato criticità lungo ulteriori tre attraversamenti pedonali cittadini inducendo così il Comune a integrare lo specifico progetto di sicurezza già inoltrato in Regione, appunto sottoponendo i punti in questione a riqualificazione, con adeguate segnaletiche e illuminazione.
Lo ha deciso la Giunta comunale, con una delibera che contempla l’inserimento dei nuovi interventi nella cartella progettuale già presente nella graduatoria regionale per il finanziamento di 350 mila euro, la metà di quanto sarà necessario per mettere in sicurezza la ventina di attraversamenti pedonali della città. I tre punti in questione sono situati su quella che a Treviglio viene definita la dorsale stradale: due in viale Ariosto, alle intersezioni con via Carducci e Sante Capitanio e Gerosa, e il terzo in viale XX Settembre dove si interseca via Filzi.
La Giunta ha agito in base alle indicazioni della polizia locale che lo scorso anno aveva rilevato diversi incidenti uno dei quali anche mortale: quello accaduto il 3 dicembre sera e costato la vita il giorno dopo a un egiziano di 39 anni. I tre lavori, ma anche quelli già precedentemente previsti, contemplano l’utilizzo di materiali che consentano all’automobilista di vedere meglio i punti di attraversamento e a pedoni e ciclisti di percorrerli con maggiore sicurezza e tranquillità. I lavori saranno caratterizzati dall’uso sull’asfalto di materiale elastoplastico bicolore e riflettente, di archetti parapedonali, di un’adeguata segnaletica verticale e orizzontale e l’inserimento di una specifica segnaletica verticale luminosa.
Per saperne di più leggi L’Eco di Bergamo del 20 febbraio
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