Ottantotto milioni (e qualche cosa) in più, integrazione tariffaria, miglioramento del servizio e ritocchino alle tariffe. Sono questi gli elementi fondanti del Patto per il Trasporto pubblico locale (Tpl) che sarà siglato oggi al Pirellone tra Regione, enti locali (Comuni e Province), società del ramo, sindacati ed associazioni di consumatori. Una firma che giunge al termine di serrate (e a tratti dure) trattative: un documento che rappresenta un punto d’inizio, nel senso che gli obiettivi sono buoni, ma il punto interrogativo riguarda – come sempre – la reale sussistenza dei fondi da qui al 2015, spettro temporale del Patto.Il meccanismo delle tariffePartiamo subito dalle dolenti note, quindi dalle tariffe: l’articolo 17 è stato (ovviamente) l’ostacolo più duro da superare: nella proposta originale il Pirellone aveva buttato lì una proposta di un incremento straordinario delle tariffe pari al 10 per cento nel 2009. Dopo un duro braccio di ferro la soluzione è stata trovata incrociando una serie di parametri come l’inflazione, l’integrazione tariffaria, puntualità e regolarità, comfort e performance. Totale movimento, alla fine dal luglio prossimo il biglietto di autobus e treno dovrebbe rincarare almeno del 4,5-5 per cento. L’accordo prevede anche l’adeguamento costante e automatico delle tariffe dal 2010, secondo un algoritmo matematico che tiene conto delle dinamiche inflattive dell’incremento di qualità e servizi.Le nuove risorse disponibiliCapitolo risorse: rispetto a quelle erogate ogni anno, il Pirellone mette sul piatto 44 milioni 581.650 euro frutto della Finanziaria 2008 (quella del governo Prodi) più altri 43,8 (stimati) frutto dell’accisa di 0,00860 euro su ogni litro di gasolio erogato in Lombardia. In totale fanno oltre 88 milioni, il 21,54 per cento destinato al ferro (19 milioni circa), il resto alla gomma, ossia 69 milioni. Dalla prima categoria resta esclusa Trenitalia, in quanto ha già beneficiato di un apposito comma della Finanziaria ed ulteriori decreti legge. In sostanza i 19 milioni andranno a finire a Le Nord. Gli investimenti sugli autobusLa Regione conferma inoltre l’impegno nel potenziamento del parco autobus a favore di modelli meno inquinanti: sul tavolo ci sono 15 milioni di euro da ripartire, più altri 8 da parte dello Stato, 80 come attualizzazione (mutuo) delle risorse ex 166/2002 e infine 15 nell’ambito della 133/2008. Confermati gli investimenti già in corso per il materiale rotabile, quindi 78 treni per Le Nord, 6 convogli aeroportuali, altrettanti per la Brescia-Iseo-Edolo più 8 per la Milano-Molteno-Lecco. In più altri 30 milioni per investimenti ferroviari da definire. Infine ci sarebbe anche una quota da 17 milioni, ripartiti tra Atm Milano (7) e altre aziende per l’ampliamento del periodo scolastico e l’adeguamento dei contratti e altri 8 per la questione Iva, da girare agli enti locali.Gli obiettivi della riformaLa riforma del Tpl intende conseguire obiettivi molto ambiziosi: l’incremento da qui al 2015 dei passeggeri trasportati del 30 per cento nell’area suburbana e del 20 in quella regionale, sviluppando nel contempo dal 2009 nuovi servizi stimabili in 189 milioni di euro «dando priorità a quelli che presentano elevati indici d’affollamento ed un orario di servizio limitato, incrementando l’offerta regionale di treni/km del 20 per cento, completando il sistema delle linee suburbane e regionali». Fondamentale diventa quindi «catturare» nuova utenza, e tra le proposte del documento c’è quella di favorire con tariffe ad hoc le utenze deboli (giovani, anziani), lavorare all’ipotesi di servizi di mobilità come benefit per i dipendenti delle aziende, nuovi sistemi di bigliettazione automatica (anche compatibili con la Carta regionale dei servizi) e politiche d’incentivazione al consumo che prevedano anche carte prepagate e il dilazionamento del pagamento degli abbonamenti annuali.Inoltre si tende al miglioramento della puntualità del servizio ferroviario di almeno 3 punti percentuali entro il 2010 e di ulteriori 5 entro il 2015, sia nelle ore di punta che nella media giornaliera. Idem per la velocità commerciale, più 10 per cento nel 2011, e per l’affidabilità del servizio: in questo caso si intendono ridurre del 50 per cento le soppressioni da qui al 2011 e del 90 entro il 2015. Dulcis in fundo, l’età media dei mezzi, da svecchiare del 20 per cento e tendenzialmente fino al 40 entro il 2015.La sfida del biglietto unicoL’altra sfida si chiama integrazione tariffaria, un solo biglietto di viaggio per più vettori: si comincerà da Milano nel 2009 nell’area servita dalle linee S (le suburbane ferroviarie) e con la sperimentazione «di almeno un altro titolo di viaggio mensile integrato tra i servizi ferroviari e quelli di trasporto pubblico locale degli altri comuni capoluogo». Un passaggio che per l’area milanese comporterà un aumento dello 0,9 per cento delle tariffe, per gli altri capoluoghi dello 0,1. Una curiosità, uno dei modelli a cui la Lombardia ha guardato con maggiore interesse per l’integrazione è quello campano: a Napoli il biglietto che consente di viaggiare 1 ora e mezza su tutti i vettori costa 1 euro e 10 contro l’euro secco e i 75 minuti (solo Atm) di Milano. Un dato interessante in una città come quella partenopea, dove tutto costa in media il 20-30 per cento rispetto al capoluogo lombardo: la conferma che l’integrazione è sì comoda, ma costa.Una nuova agenzia provincialeDal punto di vista funzionale il territorio lombardo è stato diviso in sette bacini. Bergamo e Brescia sono le sole a ricoprire l’intero territorio provinciale, il resto va a coppie: Como-Varese, Cremona-Mantova, Milano-Monza, Lecco-Sondrio e Lodi-Pavia. Il coordinamento e la pianificazione sarà affidato ad un’Agenzia per il Tpl, partecipate da Regione, Provincia, Comune capoluogo e rappresentanza degli altri. Saranno loro a gestire le gare nel 2010-2011, e quella per Bergamo riguarderà in una botta sola trasporto urbano, extraurbano e Tram delle Valli.(11/11/2008)
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