Felice Gimondi cade e si ferisce
«Ma al via della Gran fondo ci sarò»

Anche Felice Gimondi, simbolo bergamasco del ciclismo, tra i nomi più noti a livello mondiale della bicicletta, è stato tradito da una buca stradale: il campione è caduto a terra e si è ferito, riportando tre costole rotte.

Ha vinto il Giro d’Italia, il Tour de France, la Vuelta a España. E poi la Parigi-Roubaix, la Milano-Sanremo, il Giro di Lombardia e il campionato del mondo. Eppure anche Felice Gimondi, simbolo bergamasco del ciclismo, tra i nomi più noti a livello mondiale della bicicletta, è stato tradito da una buca stradale, restando vittima di uno dei più classici – purtroppo – incidenti stradali che coinvolgono i ciclisti sulle strade bergamasche (e non solo).

Gimondi ha comunque assicurato di voler essere ad ogni costo domenica alla partenza della “sua” granfondo, domenica 4 maggio, per poter salutare e incitare i tanti appassionati e sostenitori al via.

Questi i fatti. Venerdì scorso, nel pomeriggio, il campione era in sella alla sua bici da corsa per percorrere la cinquantina di chilometri che è solito macinare quando ha un po’ di tempo libero. Con lui c’era l’amico Luis Carelli, di Almè. Percorso il tratto da Odiago verso Villa d’Adda, i due ciclisti hanno superato Calusco e poi Sotto il Monte, dirigendosi verso Mapello per poi tornare, da lì, verso la sua casa di Paladina. All’altezza di Valtrighe, invece, l’incidente. Giunto a una rotatoria, Gimondi ha allungato il braccio sinistro per indicare all’auto che seguiva lui e Carelli l’intenzione sua e del compagno ciclista di svoltare per l’appunto verso sinistra.

Mentre guardava con la coda dell’occhio proprio l’auto alle sue spalle, Gimondi non ha visto una buca che c’era nell’asfalto davanti a lui – in realtà una delle tante che costellano le nostre strade – e ci è finito dentro con la ruota. Inevitabile a quel punto, pure per un campione come lui, il ruzzolone sull’asfalto. In pochi istanti Gimondi si è ritrovato per terra, col viso insanguinato e dolori dappertutto. Immediato il soccorso da parte dell’amico. Il settantunenne ciclista di Sedrina non si è però certo dato per vinto. Come del resto ci si aspetterebbe da un leggendario campione come lui, nonostante il dolore e il sangue che gli colava sul viso, si è rimesso in sella alla sua bici e ha percorso i quindici chilometri che lo separavano dalla casa di Paladina. Dove è stato accolto dalla moglie Tiziana che, ovviamente preoccupata per quanto accaduto e per le condizioni del marito, ha insistito per accompagnare il campione di Sedrina al Pronto soccorso. Ma Gimondi si è rifiutato. Soltanto la mattina dopo, quella di sabato, il campionissimo si è convinto a farsi accompagnare in ospedale, visto che i dolori non accennavano a diminuire.

Al Pronto soccorso del Papa Giovanni XXIII di Bergamo i medici gli hanno riscontrato la frattura di tre costole, mentre sono state per fortuna scongiurate le fratture al bacino e a un femore, inizialmente sospettate. Ecchimosi e ferite varie al viso e in altre parti del corpo, anche in ospedale Gimondi ha deciso di voler tornare a casa a tutti i costi.

Leggi su L’Eco di Bergamo del 1° maggio due pagine sull’incidente di Felice Gimondi

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