Giornata senza buoni pasti giovedì 15 marzo. La decisione è stata presa dai vertici della Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Lo sciopero - spiega una nota - si è reso necessario dopo la sentenza del Tar con cui vengono annullate alcune parti, quelle più importanti, del Decreto ministeriale del 18 novembre 2005 che disciplinava il settore. E gli esercenti non escludono che lo sciopero possa essere ripeturo.
«La sentenza del Tar sul buono pasto è dannosa sia per noi che per i lavoratori – spiega Pier Luigi Cucchi, presidente della Fipe orobica -. Il danno subito dal settore è troppo grave per non reagire. È necessario riportare il settore dei buoni pasto sotto una corretta disciplina».
Fipe ha fatto i conti, scoprendo che iIl meccanismo ha smesso di funzionare quando le commissioni hanno raggiunto percentuali insostenibili. Da qui la richiesta di riordinare il settore, come era avvenuto con il Dpcm dove si chiedeva l’obbligo alle società emettitrici di avere tra l’altro un capitale sociale interamente versato non inferiore a 750.000 euro, l’obbligo di certificazione del bilancio, ma soprattutto che il pagamento avvenga entro 45 giorni.
(23/02/2007)
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