Terremoto Renzi sulle primarie
Gazebo, parole dure tra i militanti

«Collega a chi?». Nadia Ghisalberti, proprio sul finale e quasi fuori onda, prende le distanze da Giorgio Gori che l’ha appena apostrofata così. Manca una settimana alle primarie che decideranno il candidato sindaco del centrosinistra e la competizione sale tra i tre sfidanti.

«Collega a chi?». Nadia Ghisalberti, proprio sul finale e quasi fuori onda, prende le distanze da Giorgio Gori che l’ha appena apostrofata così. Manca una settimana alle primarie che decideranno il candidato sindaco del centrosinistra e la competizione sale tra i tre sfidanti. Oltre all’imprenditore renziano e alla capogruppo del Patto civico-Lista Bruni, in pista c’è il vivace Luciano Ongaro, per Sel. Tre sfumature di centrosinistra, emerse ieri dal penultimo dei confronti «ufficiali» prima del voto del 23 febbraio (l’ultimo appello è previsto venerdì, alle 20,45, nell’ex chiesa di San Sisto a Colognola).

Il confronto prende corpo, grazie anche alle domande pungenti del vicedirettore de L’Eco di Bergamo Franco Cattaneo. Inevitabile un passaggio sulla situazione politica nazionale e sulle ricadute che potrà avere a livello locale. Mentre ai gazebo del Pd i militanti ricevono anche qualche insulto («Ma cosa avete fatto? Non vi votiamo più», le frasi volate ad esempio a Redona) e la sala rumoreggia, tocca a Gori difendere d’ufficio la spallata di Renzi: «Ha turbato anche molti di noi, ma è un’opportunità di cambio di passo dopo mesi di governo deludenti. Renzi si assume un rischio altissimo, si gioca tutto in tre mesi. Credo che l’effetto sarà positivo sugli esiti elettorali».

Decisamente critica, invece, la voce di Ghisalberti: «Il cambio di premiership è stato deciso nelle segrete stanze, risulta incomprensibile ai cittadini e crea ancora più disaffezione verso i partiti. In questo quadro il civismo risulta fondamentale per riavvicinare alla politica». E quella di Ongaro: «Renzi ha legittimato politicamente Berlusconi, il suo machiavellismo disorienta la gente. Oggi qualcosa di nuovo è essere di sinistra».

E allora via alla cavalcata (di quasi tre ore) sulle sfide da affrontare in futuro: far diventare Bergamo una città per giovani, attrattiva, consapevole del suo patrimonio culturale e artistico, delle sue eccellenze. Parola d’ordine: invertire la rotta dei cinque anni dell’amministrazione Tentorio, «segnati dal conservatorismo e dall’immobilismo, non giustificabili dal patto di stabilità».

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