Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 12 Giugno 2015
«Terre di mezzo», avanti tutta
«Italiano 1 su 5 dei coinvolti»
Rinnovato il protocollo per l’assistenza ai senza fissa dimora in stazione, ma anche al sottopasso di Boccaleone e in via Bono.
Una nuova puntata per il protocollo «Terre di Mezzo», finalizzato a garantire assistenza ai poveri e agli emarginati nella zona della stazione. Venerdì 12 giugno in Prefettura sono state siglate le nuove modalità operative che, oltre che la zona della stazione ferroviaria, interesserà anche il sottopasso di Boccaleone e la via Bono, zona pensiline della autolinee. Il protocollo ha validità fino al 30 aprile 2016. Il progetto prevede l’impiego di almeno 3 operatori sociali nella fascia serale e la messa a disposizione di un adeguato numero di posti letto. Il Comune ci mette 15 mila euro, Camera di Commercio, Confindustria e Imprese&Territorio 20 mila, il Consorzio del Bacino imbrifero montano del Lago di Como e dei Fiumi Brembo e Serio 8 mila, la Fondazione della Comunità bergamasca 30 mila. Trenord dal canto suo continuerà a garantire l’impiego di guardie giurate per compiti di sicurezza, l’Asl a contribuire al progetto rendendo disponibile il camper del Sert e Sistemi Urbani (società del Gruppo Ferrovie) a proseguire nell’attività di chiusura degli accessi al sedime ferroviario. Alla prefettura, il compito di coordinamento.
Il progetto, come descrive la relazione della Caritas, era iniziato nel 2012 da «Trenord in accordo con il Comune e con alcuni soggetti del Terzo settore (Caritas ente capofila, Nuovo Albergo Popolare di Bergamo e Patronato San Vincenzo - Servizio Esodo) per facilitare l’accompagnamento dei senza dimora che dormivano nella stazione ferroviaria presso i dormitori presenti a Bergamo. Tale accompagnamento non è stato costruito in modo coattivo quanto piuttosto con uno stile più educativo, cioè di convincimento personale e continuo; un progetto che lascia alle istituzioni pubbliche i compiti più di tipo repressivo e agli operatori del terzo settore le valenze educative nei possibili agganci con queste persone».
Interessanti i dati dei primi 5 mesi del 2015: «Sono state avvicinate 259 persone, 240 uomini e 19 donne e di questi il 20% sono italiani. Rispetto all’anno 2013, nel 2014 e nel 2015 sono percentualmente in aumento le persone italiane (dal 18% al 24%), mentre sono leggermente diminuite le donne nel 2014 ma ora sembrano di nuovo essere tornate ai livelli del 2013 attorno all’8% del totale».
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