Tentata rapina di Zanica, si segue la pista della malavita albanese

È la pista della malavita albanese quella che i carabinieri privilegiano nelle indagini sulla tentata rapina di ieri sera a Zanica. I militari oggi sono tornati nel cascinale in località Capannelle (a lato nella fotografia di Beppe Bedolis), che si trova in campagna tra Zanica e Urgnano, in località Capannelle, dove i due malviventi, col volto coperto da passamontagna e coltello in pugno, hanno aggredito il proprietario di casa e il suo genero mentre uscivano dalla porta.

Marco Valota, 34 anni, impiegato di Grassobbio, colpito da una coltellata a un braccio, nel primo pomeriggio è stato sottoposto a un intervento chirurgico all’ospedale di Seriate per ricucire un lembo di pelle staccato dal fendente: la prognosi dei medici è di 20 giorni.

Il suocero Riccardo Gasparini, 63 anni, rimasto illeso, invece non riesce a capacitarsi dell’accaduto: «Non riesco a capire - ha raccontato oggi - perché ci hanno preso di mira, qui non c’è niente di particolare da rubare».

Valota e Gasparini ieri sera avevano trovato il coraggio di reagire all’attacco dei rapinatori: hanno gridato, lottato costringendo i malviventi a scappare senza riuscire ad entrare in casa.

I mancati rapinatori erano entrati in azione alle 22,40, quando suocero e genero stavano uscendo dal soggiorno al pianterreno del cascinale: all’improvviso si sono trovati davanti i malviventi, che probabilmente volevano aggredirli in casa.

Appena scattato l’allarme, una pattuglia di carabinieri della stazione di Zanica ha raccolto le prime testimonianze: i responsabili dell’Arma per il momento hanno definito l’episodio un furto degenerato, anche se questo si scontra un po’ con la presenza di coltelli e passamontagna. I due aggressori sono ricercati per tentata rapina impropria aggravata: ma di loro per il momento non sembrano purtroppo esserci tracce

(09/09/2004)