Tav, scoperti 44 siti archeologici
Rara tomba di un guerriero longobardo
L’età romana è quella più rappresentata. Molti sono comunque i reperti riconducibili anche all’età protostorica (XII secolo a.C.); all’età medioevale e altomedioevale fra cui spicca la sepoltura di un guerriero longobardo con la cassa in legno ancora integra, fatto considerato «raro» a livello nazionale dalla Sovrintendenza ai beni archeologici della Lombardia; fino ad arrivare all’età rinascimentale (XV secolo).
Questo è il tesoro archeologico che la costruzione del tratto Treviglio-Brescia della linea ad alta velocità, detta anche Tav, ha fatto venire alla luce. Questa linea ferroviaria, ancora in costruzione da parte del Consorzio Cepav 2, attraversa tutta la pianura bergamasca costeggiando il tracciato dell’autostrada Brebemi-A35 che già aveva permesso il ritrovamento di numerose e preziose testimonianze archeologiche.
«Il fatto che queste due grandi infrastrutture viaggino parallele - sostiene Maria Fortunati, funzionario archeologo della Sovrintendenza e direttore degli scavi per l’età romana e medioevale - ha rappresentato un’eccezionale opportunità di conoscenza e di salvaguardia del paesaggio antico su vasta scala poiché ha consentito l’indagine archeologica diretta di una larga fascia di territorio».
Quelle che pubblichiamo oggi sono immagine inedite che danno l’idea del valore del tesoro che la costruzione della Tav ha permesso di scoprire. Un tesoro in merito al quale la Sovrintendenza, con i suoi funzionari (oltre a Maria Fortunati, Cristina Longhi funzionario archeologo direttore degli scavi per l’età pre-prostorica) ha fatto recentemente il bilancio finale per decidere quali reperti sottoporre, in via prioritaria, ai lavori di restauro.
Ovviamente si tratta solo di un «assaggio». Sono stati, infatti, migliaia i reperti scoperti nei 44 siti archeologici venuti alla luce lungo il tracciato della linea ad alta velocità fra Cassano d’Adda (Milano) e Antegnate. Uno dei più ricchi è la necropoli d’età romana, composta da 55 sepolture, scoperta a Masano, frazione di Caravaggio.
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