«Tagli ai bus, scandaloso silenzio
Governo e Regione facciano qualcosa»

La riflessione di Matteo Rossi, presidente della Provincia, su Facebook: da gennaio taglio di 5 milioni su 25.

«Io non so se il trasporto pubblico sia di sinistra o di destra e davvero poco importa. È un servizio quotidiano che utilizzano migliaia di persone per andare a scuola o al lavoro, è una questione di giustizia sociale, spesso concorre al successo o all’insuccesso scolastico di tanti studenti, al diritto al lavoro di tanti lavoratori, alla possibilità di muoversi di famiglie e pensionati» Comincia così la riflessione di Matteo Rossi, presidente della Provincia, postata su Facebook in merito ai prossimi tagli delle risorse sul trasporto pubblico locale. «Ora, da gennaio 5 dei 25 milioni che lo finanziano a Bergamo non ci saranno più. Le conseguenze saranno devastanti. Le motivazioni oggettive stanno nelle scelte della legge di stabilità sulle Province e nell’indisponibilità della Regione a tornare a finanziare quel milione e mezzo di chilometri tagliati negli ultimi 10 anni e ai quali hanno finora messo una pezza proprio le tanto bistrattate province.

«È solo uno dei tanti problemi forse, potremmo parlare anche della disabilità, ma è un problema enorme. C’è uno scandaloso silenzio su questa vicenda. Chi parla lo fa solo per dare la colpa a qualcun’altro, senza approfondire. Vorrei che si provasse invece a risolvere il problema. Il territorio chiede che i rappresentanti della politica nazionale e regionale si siedano e trovino le risorse. Altrimenti bisogna avere l’onestà di dire che è giusto tagliare, perché nemmeno quintuplicando le tariffe il problema si risolverebbe, visto che si raccoglierebbe solo poco meno di 1 milione su 5».

«Aspettiamo un segnale, un ordine del giorno, una mozione, una convocazione, qualcosa da parte di qualcuno. Poco importa che da gennaio la Provincia non avrà più quella competenze che Regione Lombardia ha deciso debba passare alla nuova Agenzia della mobilità. I soldi mancheranno comunque. Noi abbiamo convocato un incontro con aziende, scuole, sindacati e istituzioni per il 14 novembre e siamo impegnati nell’ultima cosa che ci toccherà, ovvero trovare i soldi per non bloccare il trasporto l’ultima settimana di dicembre. Nel frattempo speriamo che la politica faccia i conti con la realtà, che la si smetta di discutere dei 3.000 euro in contanti che riguardano lo 0, nulla per cento della popolazione, che si metta la vita quotidiana del popolo in cima al l’agenda politica. C’è un muro di gomma che dobbiamo rompere, e vi chiedo una mano. Condividiamo l’appello, facciamoci sentire, chiediamo risposte, pretendiamole. Grazie».

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