Svolta nell’inchiesta di Leffe: era senza patente il conducente della pala meccanica «omicida»

I carabinieri si erano insospettiti quando si sono trovati davanti alla persona che diceva di essere il conducente della pala meccanica, ffinita sopra un’auto dopo un tremendo volo, uccidendo all’istante una giovane mamma e e la figlioletta. Quella persona non presentava neppure un graffio. La conferma è venuta poi dalle testimonianze. Si è scoperto così che la tragedia di Leffe, forse non è dipesa dall’improvvisa rottura dei freni del pesante mezzo, ma dall’imperizia di chi era alla guida: un operaio al quale era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza. Per coprire le sue responsabilità si era fatto avanti il cognato, un impresario edile. Quello, cioè, che non aveva riportato nemmeno un graffio nello spaventoso incidente. Se è stata imperizia o cos’altro, naturalmente lo stabilità una perizia disposta dal Tribunale di Bergamo. Intanto, a funerali avvenuti - mentre un padre disperato ancora si chiede perchè la sua figlioletta di 4 mesi, e la sua compagna di vita, 28 anni, siano dovute morire così tragicamente - il vero conducente della pala meccanica è stato raggiunto dall’ accusa di omicidio colposo plurimo, mentre il cognato che ha cercato di coprirne le responsabilità, dovrà rispondere di autocalunnia, favoreggiamento in omicidio colposo plurimo e false dichiarazioni a pubblico ufficiale.

(01/07/2004)

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