Studenti sempre più multimediali
Libri digitali e gruppi su Whatsapp

Ad appena due anni dalla liberalizzazione introdotta dalla Carrozza, quasi 2 studenti su 10 per studiare si appoggiano a mix di contenuti formativi. Solo il 41% degli studenti ancora acquista libri nuovi. E, una volta a casa, la classe diventa virtuale con i gruppi di studio su Whatsapp.

La scuola è ricominciata e con le lezioni è partita anche la corsa all’acquisto dei libri. La scelta è tra testi nuovi o usati, ma cresce il numero di professori che si affidano a dispense e altro materiale a sostituzione dei testi tradizionali.

Secondo un’indagine di Studenti.it, realizzata tra oltre 8.000 studenti, il 12% userà materiale gratuito fornito dai professori. Sono sempre di più dunque i docenti che decidono di sostituire o integrare gli strumenti tradizionali di studio e di appoggiarsi a nuove formule didattiche: il dato rilevato dalla ricerca di Studenti.it è ancora più importante, se si considera che sino al 2014 questo dato era pari a zero. Diminuisce anche l’utilizzo dei libri nuovi: con il proposito di risparmiare, il 47% degli studenti acquisterà libri usati, mentre solo il 41% ne prenderà di nuovi.

Nel 2013, infatti, l’ex Ministro dell’Istruzione Carrozza ha liberalizzato l’adozione dei libri, consentendo ai docenti di seguire la strada classica oppure creare un mix di contenuti formativi tra testi cartacei, libri digitali, contenuti «creative commons» liberamente scaricabili, o fornire contenuti realizzati dai docenti stessi come quelli del progetto Book in progress.

In questo scenario, cambiano i supporti didattici ma cambia anche l’approccio dei ragazzi allo studio. Il pomeriggio si trasferiscono su Whatsapp dove si formano classi virtuali - gruppi rigorosamente chiusi - in cui è possibile confrontarsi sui compiti e scambiarsi informazioni in tempo reale.

«Questi cambiamenti sono un segno dei tempi – spiega Marta Ferrucci, responsabile di Studenti.it -, il web, fino a qualche anno fa appannaggio soprattutto dei più giovani, ora non è più visto come una minaccia dai professori e anche loro ne hanno iniziato a sfruttare le potenzialità. La riforma Carrozza - liberalizzando i supporti didattici che gli studenti possono usare a scuola - ha dato un’ulteriore spinta al fenomeno. Tutto questo va a vantaggio della didattica, ma anche delle tasche delle famiglie che si trovano a risparmiare ogni anno centinaia di euro».

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