Strade, in un anno calanole vittime: sono 22 in meno
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Diminuiscono le vittime della strada in Bergamasca. Lo scorso anno su statali, provinciali, comunali e sull’intero tratto della A4 Milano-Bergamo-Brescia hanno perso la vita 98 persone. Tuttavia, nonostante sia la prima volta dal 2000 che si scende sotto «quota 100», il numero delle vite perse negli incidenti stradali rimane alto: la media è infatti di un morto ogni tre giorni e mezzo.22 VITTIME IN MENO RISPETTO AL "2007Il 2008, con 22 vittime in meno rispetto al 2007 – quando ce n’erano state 120 –, ha fatto registrare una flessione del 18,33%: la più alta dal 2003, anno simbolo dell’impegno contro le stragi della strada. Nel luglio del 2003, infatti, venne introdotta in Italia la patente a punti e l’effetto fu immediato: sulle strade di casa nostra si passò dalle 157 vittime del 2002 a 116. La diminuzione fu del 26,11%. Si trattò della prima significativa flessione che, comunque, confermava un trend in atto dal 2001. Nel 2000 le vittime della strada nella Bergamasca erano state 168, l’anno dopo 161 (-4,16%) e nel 2002 157 (-2,48%). La frenata del 2003 – conseguenza delle sanzioni per quanti venivano sorpresi a guidare senza cintura, senza casco, oltre i limiti di velocità, o in stato di ebbrezza – aveva fatto ben sperare. Nel giro di dodici mesi, tuttavia, la patente a punti perse gran parte della sua efficacia, tant’è che non continuò in maniera tangibile il ciclo virtuoso che si era innescato, infatti per due anni il numero delle vittime è rimasto pressoché invariato (115 nel 2004 e 116 l’anno dopo). Ma nel 2006 si è registrata addirittura una preoccupante inversione di tendenza con pauroso balzo in avanti: 125 morti con un aumento del 7,75% rispetto all’anno precedente. Nel 2007 la svolta: il numero delle vittime della strada ha ripreso a scendere – 120 morti – con una flessione del 4%, trend continuato nell’anno appena terminato.IL DRAMMA DEI GIOVANISe è sicuramente positivo il fatto che si sia avuta una significativa riduzione del numero delle vittime, purtroppo entrando nel dettaglio si registrano segnali preoccupanti. E, ancora una volta, l’allarme si chiama giovani: il 32% delle vittime, infatti, ha tra i 18 e i 30 anni. Ma non è tutto perché nel 2008, dopo tre anni di continua flessione del numero dei morti in questa fascia d’età – dal 42% del 2005 (49 vittime), al 28% del 2006 (34 vittime), al 25% del 2007 (29 morti) – si è registrato un preoccupante aumento sia in valore assoluto che in percentuale. Lo scorso anno hanno perso la vita 30 giovani tra i 18 e i 30 anni e la percentuale è salita al 32%. Un altro dato preoccupante riguarda l’orario della morte dei giovani sulle strade: il 57% dei 18-30enni, infatti, ha perso la vita tra le 20 e le 4 del mattino (il 30% tra le 20 e le 23 e il 27% tra le 23 e le 4). Un’altra cifra allarmante riguarda i giovanissimi appartenenti alla fascia d’età tra i 14 e i 17 anni. Purtroppo anche il 2008 ha dato un’altra drammatica conferma: i giovanissimi sono vittime di incidenti stradali soprattutto nella fascia oraria tra le 23 e le 4 del mattino. La media del periodo 2000-2008 è del 39%, ma lo scorso anno la percentuale dei ragazzi morti in un incidente stradale tra le 23 e le 4 è stata del 100%.Un’altra conferma riguarda i giorni con maggiore mortalità sulle strade. Anche nel 2008 i giorni del fine settimana – venerdì, sabato e domenica – si sono confermati quelli più a rischio con il 53% delle vittime: il 29% la domenica il 13 il sabato e il 12 il venerdì (nell’intero periodo 2000-2008: domenica 21%, sabato 19% e venerdì 14%).Le cosiddette «stragi del sabato sera» in realtà cominciano già nella notte tra venerdì e sabato. Il sabato, infatti, in virtù della settimana corta per moltissime categorie di lavoratori è già giornata di vacanza e sono molti quelli che partono per il weekend o fanno le ore piccole.Una modifica si è invece avuta, rispetto, al trend 2000-2008, negli orari di massima incidentalità. L’andamento collaudato dei nove anni vede alternare picchi via via crescenti in corrispondenza: con gli spostamenti per andare al lavoro (11% delle vittime dalle 6 alle 9), con il rientro a casa e il ritorno al lavoro per il pranzo (il 13% dalle 12 alle 15), in coincidenza con il rientro di fine giornata (il 18% dalle 17 alle 20) per concludere con la punta massima della mortalità sulle strade – il 20% – tra le 23 e le 4 del mattino. Tra un picco e l’altro ci sono punti di minima: tra le 4 e le 6 (8% delle vittime), tra le 9 e le 12 (9%) tra le 15 e le 17 (11%) e tra le 20 e le 23 (10%). Nel 2008 la flessione tra le 20 e le 23 non si è registrata, anzi con il 19% delle vittime dell’anno costituisce il secondo picco della giornata.MENO MORTI TRA CENTAURI E CICLISTISul fronte dei mezzi delle vittime, si è registrata una diminuzione dei centauri che rappresentano il 37% delle vittime dell’anno, mentre è rimasto costante quello degli automobilisti che con il 40% sono tornati in testa a questa triste graduatoria. Costante la percentuale dei pedoni – 13% – in flessione quella dei ciclisti che con 4 vittime è scesa al 7% (il minimo dal 2000). Si è inoltre confermato che la maggioranza delle vittime della strada è costituita da lavoratori dipendenti – il 55% – seguiti dai pensionati (17%) e dai lavoratori autonomi (il 15%).(04/01/2009)