Stop alle tinte pazze. Niente più gialli polenta. Basta coi rossi troppo accesi o con i vermigli modello Liguria che, in quel regno del garbo cromatico che Bergamo rappresenta da sempre, hanno fatto accapponare la pelle a tanti. Ora il Comune sta correndo ai ripari con un nuovo «piano colore». Lo strumento base c’è già ed è informatico. Tecnicamente si chiama «sistema informativo dei fronti architettonici» e di fatto si tradurrà, almeno in Città Alta e nei borghi, in una dettagliata mappatura delle facciate: tonalità, elementi architettonici, eventuali affreschi e decorazioni di pregio. «In pratica – spiega Giorgio Cavagnis, dirigente comunale del settore Edilizia privata – utilizzeremo il censimento del sistema territoriale già disponibile in formato digitale per attribuire alle stesse architetture i dati riguardanti la cromia e i dettagli delle facciate. In questo modo disporremo, per tutte le zone di interesse storico, di informazioni chiare su cui lavorare. Finora, infatti, i singoli progetti di restauro o di sistemazione venivano valutati semplicemente sulla base di disegni che illustravano il singolo stabile o al massimo quelli adiacenti: ora, con questo particolareggiato censimento, saremo invece capaci di valutare la ristrutturazione o il rifacimento della facciata confrontandolo su uno spaccato decisamente più ampio, comprendente l’intera via o quasi».«Da oltre vent’anni – aggiunge Cavagnis – l’assegnazione delle tinte era affidata a un consulente del Comune (il professor Paolo Ghilardi, ndr), ma ora, anche grazie a questi nuovi strumenti, la valutazione sarà affidata a un gruppo di lavoro composto dai tecnici dell’Ufficio edilizia privata che verranno affiancati, con ogni probabilità, da esperti ambientali e dai rappresentanti della commissione paesaggio». (21/03/2006)
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