Cronaca
Giovedì 05 Aprile 2018
Stop 28 giorni, tornano le bollette mensili
Ecco come chiedere il rimborso
Le compagnie telefoniche devono adeguarsi entro oggi, 5 aprile: scade il termine per riportare la fatturazione a 30 giorni e non più 28. E’ l’ultimo giorno utile per riformulare le bollette, anche se molte compagnie hanno già deciso di correre ai ripari.
La prima ad abbandonare la tariffazione a 28 giorni, contestata dall’Agcom quasi un anno fa e ora vietata per legge con l’ultimo decreto fiscale, è stata Tre, che fin dal 24 marzo si è messa in regola. Mentre Wind, che fa parte dello stesso gruppo, lo ha fatto l’ultimo giorno disponibile, il 5 aprile, così come Fastweb per quanto riguarda il fisso e il mobile in abbonamento (per le ricaricabili ha provveduto il 26 marzo). La vicenda delle bollette a 28 giorni si trascina da mesi, tra provvedimenti di Agcom, Antitrust e Parlamento, cui hanno fatto seguito i vari ricorsi delle aziende. L’ultima decisione è arrivata dal Tar del Lazio, che ha sospeso la delibera Agcom che prevedeva la corresponsione di «giorni gratis» in bolletta a titolo di rimborso per la tariffazione a 28 giorni a partire dalla fine di giugno 2017. I giudici amministrativi hanno per ora accolto la sospensiva visti «i tempi ristretti imposti» alle aziende, ma molto presto arriverà la decisione definitiva: la trattazione collegiale sul tema è già in programma per il prossimo 11 aprile.
Come chiedere il rimborso quindi? È possibile rivolgersi ai Co.re.com, ossia i comitati regionali per le comunicazioni oppure inviare direttamente un reclamo alla propria compagnia telefonica con richiesta di rimborso di quanto versato in eccedenza.
Nel frattempo gli aumenti previsti sono stati congelati. Vodafone è stata la prima ad annunciare lo stop al sovrapprezzo dei canoni mensili (dell’8,6 per cento circa). Fastweb invece ha lanciato offerte fisse e mobili dal prezzo ridotto. Tim fa sapere che “Pur non condividendo il merito del provvedimento cautelare Antitrust, Tim sta mettendo in campo tutte le misure necessarie per ottemperare e differenziare ulteriormente le offerte sia fisse sia mobili”.
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