Stazione, la nuova facciata
Più squadrata, vince la semplicità

Il vetro e l’acciaio restano. Ciò che cambia, come previsto, è la forma. Dal piano inclinato a qualcosa di più squadrato e in linea con le caratteristiche storiche dell’edificio. È il risultato del confronto sulla famosa facciata della stazione ferroviaria.

Il vetro e l’acciaio restano. Ciò che cambia, come previsto, è la forma. Dal piano inclinato a qualcosa di più squadrato e in linea con le caratteristiche storiche dell’edificio. In estrema sintesi è questo il risultato del confronto tra la Sovrintendenza ai beni architettonici e Centostazioni sulla famosa facciata della stazione ferroviaria, quell’avancorpo che dovrebbe rappresentare il tocco più inedito del restyling, ma sul quale si è trovata la quadra solo nei giorni scorsi.

«Sì, il progetto è stato modificato - confermano pur non entrando troppo nei dettagli a Centostazioni, società del gruppo Rfi incaricata dell’intervento - e i lavori procederanno secondo il crono programma che ci eravamo dati». Il che - a detta dell’assessore alla Mobilità Gianfranco Ceci - significherà la consegna entro la fine di maggio. Solo allora sapremo esattamente quale impatto avrà il nuovo avancorpo.

Anche se è facile immaginare una cosa più semplice e simmetrica rispetto a quella ipotizzata inizialmente: cassato il manufatto che avrebbe dovuto svilupparsi quasi in diagonale da sinistra a destra, avremo una sorta di rettangolo apposto all’attuale facciata con dimensioni più contenute e quindi più simmetriche rispetto all’edificio, ma anche rispetto alla nuova piazza o almeno alla sua porzione con la fontana.

«Il primo progetto - sottolinea l’architetto Giuseppe Napoleone, responsabile per la Sovrintendenza della tutela monumentale e paesaggistica di Bergamo - non andava bene perché poco adatto alle caratteristiche del sito: non teneva, infatti, conto degli allineamenti, creando in facciata un corpo vetrato triangolare. Con le modifiche apportate otterremo certamente un risultato più consono all’impostazione storica sia per la forma, sia per la cura dei dettagli e delle cromie».

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