Cronaca
Venerdì 12 Agosto 2005
Stambecchi, camosci e l’aquila reale Sulle Orobie incontri emozionanti
L’aquila, lo stambecco, i camosci: si possono incontrare, insieme ad altri animali selvatici, sulle Orobie bergamasche, che in questi giorni sono affollate di escursionisti. La condizione per qualche incontro emozionante con i «signori delle cime» è quella di accostarsi con rispetto e spirito di osservazione all’ambiente naturale, ammirando anche le più piccole forme di vita selvatica che lo popolano.
Lo stambecco è tornato sulle Orobie dal 1998. Un gruppo di animali, proprio in questi giorni, ha messo in scena uno spettacolo mozzafiato inerpicandosi sulle pareti perpendicolari della diga dell’Enel che dà origine al lago del Diavolo sopra Carona, per leccare il salnitro che trasuda dalla muratura. Una sessantina di stambecchi sono tranquillamente osservabili in vetta al Pizzo dei Tre Signori, in Alta Valle Brembana, sulla dorsale della Cima di Paradiso al Passo Trona e nella conca nivale che fronteggia il rifugio Falk. Nei pressi del rifugio Benigni gli stambecchi hanno, invece, la loro nursery, dove le femmine vengono a partorire i loro piccoli. È possibile osservare gli stambecchi anche dal rifugio Longo, nei pressi della diga del Diavolo o dal lago Moro, sopra Foppolo. Ma il vero epicentro della popolazione di stambecchi è a cavallo tra l’anfiteatro del rifugio Calvi e il rifugio Brunone passando per il bivacco Frattini.
Il camoscio delle Alpi è invece diffuso senza soluzione di continuità dal Pizzo dei Tre Signori al Cimon della Bagozza. In particolare lo si può incontrare al Pegherolo-Cavallo tra Piazzatorre e Mezzoldo, al Passo di Baciamorti con i pascoli di Concessoli e Rasiere facilmente raggiungibili dal rifugio Gherardi. Sono quasi 4.000 i camosci della Val Brembana, facilmente avvistabili a Branzi, nella Valle Scura o sul Monte Pietraquadra. In Valle Seriana molto popolate dai camosci sono la Valle di Fiumenero e la Conca del Barbellino a Valbondione. Ma questi «arrampicatori» alpini si possono avvistare con facilità anche a Venano, Venerocolo, Gleno e Bognaviso in Val di Scalve e nel gruppo della Presolana e del Monte Ferrante.
Più in basso, tra i boschi di latifoglie e i prati è possibile incontrare i caprioli, diffusi un po’ ovunque nella catena orobica: purché ci sia un prato delimitato da boschi il capriolo può essere facilmente avvistato in Alta Val Taleggio a Campofiorito e a Cantoldo, dove addirittura è presente con almeno dieci esemplari ogni chilometro quadrato.
Tornando in quota, un incontro «obbligato» sul Sentiero delle Orobie è quello con la marmotta, presente un po’ ovunque sui pendii montani. La si incontra con una certa facilità a San Simone, nella zona del rifugio Camoscio e lungo tutta la strada militare per il Passo di Tartano oppure nei pressi del rifugio Calvi in Valle dell’Armentarga. Questa vigile sentinella della Alpi è di casa anche al rifugio Grassi in quel di Valtorta, dove è riuscita a trasformare i pascoli che lo circondano in un autentico «gruviera» di tane.
Poi c’è sua maestà, l’aquila reale, che può essere avvistata in qualsiasi punto del Sentiero delle Orobie o da un rifugio alpino purché a tarda ora, poiché per veleggiare con la sua maestosa apertura alare ha bisogno di correnti termiche ascensionali. Gli esperti hanno contato ben undici coppie nidificanti di aquila nella fascia altimetrica compresa tra i 1.200 e i 1.800 metri delle Orobie. Il più grosso rapace alpino è sempre presente in Alta Val Brembana sul Pizzo Badile e sul Monte Secco, oppure al Branchino a cavallo con la Valcanale, sulla Presolana, sul Redorta e nella Valle del Gleno.
Sulle Orobie si può poi avvistare anche il gallo forcello. La Madonna delle nevi a Mezzoldo, i Siltri e la località Ponte dell’Acqua, con il tipico ambiente di larici e rododendri sono luoghi d’elezione di questo animale, così come la Baita Campo di Roncobello con i suoi mughi, il versante nord della Cima del Fop in Valcanale, la Valzurio con le Baite del Möschel e il Passo del Vivione. Il più schivo di tutti gli animali selvatici delle Orobie è invece l’ermellino, uno dei predatori più temuti dai piccoli abitatori delle praterie d’alta quota e degli sfasciumi di roccia. Difficile avvistare questo piccolo mustelide dal candido manto invernale e che assume in questa stagione un colore nocciola che lo rende simile alla donnola. L’ermellino è di casa nelle pietraie di San Simone, Foppolo, al Passo di Dordona e alle Cadelle, in Valle Cerviera nella Conca del Barbellino, nella Valle del Gleno e alle pendici del Ferrante. (12/08/2005)
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