Tecnologia sempre più «umana»
Pronto sistema di riconoscimento vocale

Software che riconoscono le parole pronunciate dall’uomo al pari di un essere umano e che «imparano» a ragionare e ricordare. Un altro traguardo «storico» è stato tagliato da Microsoft: un sistema di riconoscimento vocale quasi «umano».

Per la prima volta un sistema informatico ha eguagliato l’uomo nel riconoscimento vocale. Nel test Switchboard il tasso di errore ottenuto è stato di 5,9 parole su cento, lo stesso degli esseri umani. Si tratta del punteggio di errore più basso mai ottenuto da un sistema artificiale in questo test, migliorato di 0,4 punti percentuali in appena un mese. Il risultato della società di Redmond schiaccia l’acceleratore sullo sviluppo di intelligenze artificiali (AI), in grado di comprendere l’uomo sempre meglio.

Un avanzamento di cui beneficerà Cortana, l’assistente vocale di Microsoft, e che servirà a migliorare i programmi o le applicazioni di dettatura vocale. La tecnologia impiegata dalla compagnia guidata da Satya Nadella sfrutta modelli di linguaggio neurale che raggruppano parole simili tra loro. E sulle reti neurali - connesse sul modello del cervello umano - si basa un altro grande progetto di AI, DeepMind di Google, che ha da poco ottenuto un’altra grande conquista. Il sistema per la prima volta ha risolto problemi con un meccanismo di deduzione, senza avere ricevuto informazioni precedenti sull’argomento. Due i test: la pianificazione del miglior percorso fra due stazioni della metro di Londra e la comprensione di relazioni in un albero genealogico. Piccoli passi verso un computer che sa ragionare.

Nonostante piccoli pezzi di intelligenza artificiale - dagli assistenti virtuali ai software di riconoscimento delle immagini - siano già tra noi, le sfide all’orizzonte sono ancora tante.Per questo cinque big della Silicon Valley - Google, Facebook, Amazon, Ibm e Microsoft - hanno da poco unito le forze per uno sviluppo sicuro ed etico della ricerca in questo campo. Fuori due ’grandi illustrì. Apple ma anche l’eclettico Elon Musk, considerato l’erede visionario di Steve Jobs, patron di Tesla e di SpaceX. Entrambi però sono della partita: la compagnia di Cupertino ha acquisito una decina di start up specializzate e ha da poco assunto un esperto di settore, Russ Salakhutdinov della Carnegie Mellon University. Musk invece ha investito un miliardo di dollari in «OpenAI», uno dei maggiori laboratori di ricerca indipendenti nel settore. Oltre che sfida commerciale l’AI è diventata poi una scommessa personale per Mark Zuckerberg, che sta sviluppando un assistente personale che funziona con intelligenza artificiale, come Jarvis di Iron Man. E a prestargli la voce potrebbe essere l’attore protagonista del film, Robert Downey Junior alias Tony Stark.

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