Speleologi scoprono maxi grotta
L’hanno chiamata «5 in condotta»

È la grotta carsica più importante scoperta nella Valcanale e ha un nome che può sembrare strano: «Cinque in condotta». Il perché lo ha spiegato in sala consiliare attento Stefano Masserini, del Gruppo speleologico Valseriana Talpe, che la ha scoperta.

È la grotta carsica più importante scoperta nella Valcanale e ha un nome che può sembrare strano: «Cinque in condotta». Perché un nome tanto singolare? Lo ha spiegato in sala consiliare ad un pubblico numeroso e attento Stefano Masserini, del Gruppo speleologico Valseriana Talpe che ha sede a Ponte Nossa e che ha scoperto ed esplorato la grotta: «Eravamo in cinque ad entrare per primi nella grotta che, nella parte iniziale, assomiglia ad una condotta forzata. Da qui il nome».

Sempre Masserini, dopo le parole di saluto del sindaco di Ardesio Alberto Bigoni, ha spiegato: «La grotta si apre tra il Passo di Valmora e il Passo del Re, lungo una parete di non facile accesso. A differenza di altre grotte scoperte sul lato Sud delle montagne che vanno dal Monte Secco all’Arera, che hanno un andamento verticale, veri e propri inghiottitoi, questa all’inizio procede quasi orizzontalmente. Presenta poi un ramo “asciutto” e un altro attivo, dove scorre acqua. Vi si trovano stalattiti, stalagmiti, concrezioni calcaree molto belle ed è caratterizzata da ambienti parecchio grandi».

L’ingresso è a quota 1.680 metri e la cavità si sviluppa per 2.670 metri con un dislivello di 179 metri. Alle parole di Masserini è poi seguito un filmato, realizzato da Giorgio Tomasi, che illustra la ricerca della grotta e la sua esplorazione.

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