Spade, assedi e incantesimi
Il signore degli anelli abita qui
Se a fine marzo vi trovavate immersi in una tranquilla passeggiata sulle colline che si affacciano sul lago di Lecco nei pressi di Vercurago, potrebbe esservi capitato di imbattervi in un gruppo di persone che parlavano tra loro in un italiano antico, vestendo abiti medievali.
Se a fine marzo vi trovavate immersi in una tranquilla passeggiata sulle colline che si affacciano sul lago di Lecco nei pressi di Vercurago, potrebbe esservi capitato di imbattervi in un gruppo di persone che parlavano tra loro in un italiano antico, vestendo abiti medievali. Qualcuno aveva curiose orecchie a punta, altri combattevano tra loro impugnando spade e scudi, altri vestiti di armature di cuoio urlavano a squarciagola formule magiche.
Si trattava dei partecipanti di AmbarenGrv, gruppo bergamasco, nato nel 2013 dalla passione di un gruppo di amici di Pedrengo, il primo e unico della nostra provincia specializzato nell’organizzazione di eventi di gioco di ruolo dal vivo. Ma di cosa si tratta? «Il gioco di ruolo dal vivo è un’attività di improvvisazione teatrale in cui ogni partecipante veste i panni di un personaggio – spiega Elio Biffi, uno dei giovani organizzatori dell’associazione –. A differenza di uno spettacolo teatrale vero e proprio i partecipanti non devono seguire un copione già scritto, ma delle semplici linee guida legate ai loro personaggi e quindi sono liberi di interagire tra loro come preferiscono per sviluppare insieme la narrazione di una storia».
Non si recita per un pubblico: si gioca gli uni per gli altri cercando di sviluppare un racconto. E il palcoscenico è sempre diverso. Domenica ad esempio i giocatori hanno esplorato i sentieri che circondano il castello dell’Innominato. Avvolti in cappe e mantelli, i partecipanti hanno percorso i sentieri a strapiombo sul lago, immersi in una foschia che ha reso l’atmosfera ancora più fantasy.
La narrazione infatti si svolge nell’immaginario mondo di Ambaren, un luogo fantastico ispirato alla Terra di Mezzo descritta da Tolkien nella trilogia de «Il Signore degli anelli».
«Abbiamo scelto di creare una storia a sfondo fantasy, quindi le nostre avventure hanno gli stilemi tipici di questo genere letterario: la lotta tra il bene e il male, la presenza di varie razze in conflitto tra loro e i temi del fantastico medievale quali la spada e la magia» spiegano i partecipanti.
Tutti elementi ben presenti nell’avventura di domenica, quando i personaggi, rappresentanti varie razze all’interno del mondo immaginario di Ambaren, hanno dovuto fare squadra tra loro per cercare di dare l’assalto al castello dell’Innominato, trasformato per l’occasione in una fortezza controllata dal malvagio lord Rabe.
In un vorticare di spade e mazze ferrate, in un turbinio di incantesimi lanciati e di frecce scagliate, gli eroi della storia sono infine riusciti a completare l’assedio e a prendere possesso del forte.
Molto importante per riuscire a calarsi il più possibile nella parte è la cura che ogni giocatore mette nel realizzare il costume del proprio personaggio: ecco allora aggirarsi per le foreste di Ambaren possenti guerrieri ricoperti di metallo lucente, delicate creature simili agli elfi tolkieniani che vestono abiti lunghi e dai colori sgargianti, feroci guerrieri barbari con il corpo tatuato e armature in cuoio.
Le armi vengono realizzate a grandezza naturale, ma in materiale innocuo come il lattice.
Ma l’aspetto più divertente e stimolante, assicurano i giocatori, ormai più di 40, è certamente la cura per lo sviluppo individuale del proprio personaggio. «Nella vita sono uno svitato anticonformista col pallino della perfezione – spiega Piergiorgio, giovane universitario di Treviglio –. Ma ci sono alcuni giorni in cui vesto i panni di un elfo schizofrenico e guai a me se mi contengo. Provare emozioni pure e semplici senza le complicazioni di una vita diventa parabola per affrontare il nostro quotidiano con un occhio più stimolante».
Insomma, che si scelga di impersonare un potente mago, un feroce guerriero o una nobile cortigiana, l’importante è mantenersi il più possibile nella parte e agire come meglio si crede. E soprattutto divertirsi, perché si tratta pur sempre di un gioco. «Ogni volta che si produce un testo, ci si mette dentro una parte di noi. Allo stesso modo quando vesti i panni di un personaggio in un gioco di questo tipo, lasci comunque la tua impronta: è come raccontare una grande storia tutti insieme» spiegano gli organizzatori.
«Ambaren è un mondo che ti si apre, una realtà in cui dare libero sfogo alla fantasia e al bisogno di sognare che tutti abbiamo dentro – spiega un’altra giovane giocatrice –. Ci si lascia trasportare dall’ambientazione e si inizia a sognare, a vivere in un mondo dove tutto può accadere, dalle magie, alle battaglie, alla caccia agli orchi... Così anche un ragazzo del ventunesimo secolo può diventare l’eroe delle epiche saghe fantasy che si narrano nei libri».
Al momento AmbarenGrv ha raccolto più di 40 personaggi- giocatori e le adesioni sono in crescita, soprattutto tra i giovani e gli adolescenti, grazie alla scelta di mettere a punto eventi di breve durata,a un prezzo accessibile e, soprattutto, restando nei dintorni di Bergamo. Ai giocatori si aggiungono una decina tra organizzatori e responsabili. tutto in salsa rigorosamente fantasy.
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