Il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri (Noe), istituito nell’ottobre del 2003 a Brescia e affidato al luogotenente Pasquale Sciacca, conta solo sette uomini che devono vigilare su tutta la Lombardia orientale, ma ha già al suo attivo diversi interventi in materia ambientale, che hanno portato alla denuncia di sessanta persone, all’accertamento di 38 violazioni amministrative e a 73.346 euro di sanzioni comminate.
I reati più comuni contestati sono truffa, falso in atti pubblici, smaltimento illecito dei rifiuti e allestimento di discariche abusive. Le violazioni amministrative riguardano soprattutto la tenuta irregolare degli appositi registri di carico e scarico dei rifiuti e l’inosservanza delle prescrizioni indicate negli atti autorizzativi.
Si tratta di risultati che, visti da vicino, offrono un quadro poco consolante per la Bergamasca, dove è avvenuta la maggior parte degli accertamenti. Gli interventi dei carabinieri del Noe hanno riguardato soprattutto lo smaltimento dei rifiuti e la verifica degli impianti di depurazione. In provincia di Bergamo sono stati monitorati in modo particolare il corso del fiume Brembo e il lago d’Iseo e, in diverse occasioni, i militari hanno riscontrato situazioni non a norma di legge, soprattutto nello smaltimento delle acque reflue.
Tra le attività più rilevanti, nel nostro territorio è stato individuato un terreno adibito a discarica abusiva e sono stati denunciati i due presunti responsabili, inoltre sono stati individuati due depositi abusivi di gas tossici.
In totale gli interventi del Noe in provincia di Bergamo sono stati una trentina, una decina quelli nel Bresciano, sporadici nel Mantovano e nel Cremonese che, essendo territori a prevalente occupazione agricola, non presentano particolari emergenze ambientali.Il Nucleo operativo ecologico di Brescia dipende dal Gruppo tutela ambiente di Treviso, che coordina e dirige l’attività dei dieci Noe del Nord Italia. Opera in collaborazione con i comandi territoriali dell’Arma e con i reparti speciali, ma anche con la polizia provinciale e in coordinamento con l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa). Vari i settori di intervento, dalla tutela del paesaggio all’inquinamento, dal monitoraggio delle aziende con attività a rischio (come quelle che trattano materiale radioattivo) alla tutela della flora e della fauna fino al controllo sull’utilizzo di organismi geneticamente modificati.
Obiettivi privilegiati sono comunque il ciclo del cemento e il ciclo dei rifiuti (inceneritori, discariche, depuratori, centri di stoccaggio e centri di recupero, trasportatori e intermediari). In secondo luogo le aziende a rischio di incidente rilevante e i siti con attività che producono radiazioni ionizzanti, per gli evidenti impatti ambientali e di sicurezza che producono.
Il traffico illecito dei rifiuti, che rappresenta il reato più grave in materia ambientale, non è stato rilevato. È presente e radicata, invece, soprattutto nelle province di Bergamo e Brescia, una sorta di illegalità diffusa, dettata tanto dall’ignoranza delle norme quanto dalla volontà di arrotondare i profitti a scapito dell’ambiente.
«È un settore ancora poco esplorato, dove si nota una scarsa coscienza da parte di molti - ha spiegato il luogotenente Sciacca - per questo il comando di Tutela ambientale ha deciso di investire anche sulle scuole, per educare le generazioni future a rispettare e a prendersi cura di quella che un giorno sarà la casa dei loro figli».
(09/01/2005)
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