Smog, ecco le città peggiori d’Italia
Bergamo 19a: via Garibaldi maglia nera

Legambiente in un nuovo rapporto, il dossier «Mal’Aria», delinea la mappa delle peggiori città italiane. Bergamo al 19° posto per le polveri sottili, ma per l’ozono è nella top 5.

Su 88 capoluoghi di provincia, 33 di questi, pari al 37%, «nel 2014 hanno superato con almeno una centralina urbana la soglia limite di polveri sottili in un anno (35 giorni in un anno)», spiega Legambiente. Naturalmente c’è anche Bergamo: non proprio ai vertici, siamo diciannovesimi, ma comunque non c’è da sorridere. La centralina «peggiore» è quella di via Garibaldi, che ha registrato il superamento del limite di PM10 per 56 giorni.

Nelle prime 10 posizioni troviamo Frosinone (110 giorni), Alessandria, Vicenza, Torino, Benevento, Lodi , Cremona , Avellino, Milano, Venezia. Dall’undicesima alla ventesima: Asti, Palermo , Pavia, Parma, Mantova , Treviso, Siracusa, Padova, Bergamo, Terni. Chiudono la classifica: Monza , Rimini , Reggio Emilia , Brescia, Rovigo, Caserta, Pescara, Roma, Verona, Napoli, Piacenza , Cagliari, Modena.

La ricerca della Legambiente punta l’indice contro il traffico, primo avvelenatore dell’aria. Anche i caminetti a legna e l’incendio agricolo delle sterpaglie contribuiscono, nelle città un fattore importante di smog viene dagli impianti di riscaldamento, dall’uso del gasolio (nei motori e nelle caldaie), dalle ciminiere dell’industria.

Per polveri finissime (Pm2,5) le peggiori del 2014 sono Brescia, Milano, Monza, Torino, Cremona, Mantova, Padova, Venezia, Vicenza, Alessandria. Per azoto le dieci peggiori: Roma, Torino, Milano, Trieste, Messina, Palermo, Como, Genova, Novara, Monza. Per ozono, le cinque peggiori sono Lecco, Udine, Bergamo, Pavia, Modena.

«Anche se si registra un miglioramento dell’inquinamento atmosferico nelle nostre città e una riduzione nelle emissioni di alcuni inquinanti negli ultimi anni, dice Legambiente, i livelli di esposizione dei cittadini rimangono elevati e spesso ancora ben oltre le soglie consentite dalla normativa. La cattiva qualità dell’aria nelle aree urbane inoltre è alla base di una procedura d’infrazione relativa alla mancata applicazione della direttiva 2008/50/CE aperta nel luglio scorso. Eppure l’Italia era stata già stata condannata tre anni fa relativamente ai superamenti di PM10 per il periodo 2006-2007 in 55 diverse zone ed agglomerati italiani. Nonostante ciò, 13 delle 55 aree già condannate hanno continuato a superare costantemente i limiti per il PM10 anche nel periodo 2008-2012 e si ritrovano di nuovo sotto indagine insieme ad altre 6 nuove zone».

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