Sintomi di avvelenamento per Abramovich a Kiev. Irpin, il sindaco: «Città liberata»

La guerra Le truppe russe hanno attaccato lunedì mattina la città di Rubizhne, nella regione di Lugansk, nell’est dell’Ucraina. L’oligarca russo Roman Abramovich e i negoziatori ucraini hanno sofferto sintomi di sospetto avvelenamento dopo un incontro a Kiev all’inizio del mese. Il sindaco di Irpin: «La nostra città è stata liberata».

Una portavoce di Roman Abramovich ha confermato il sospetto avvelenamento patito a inizio marzo dall’oligarca russo a margine di uno dei primi incontri negoziali fra le delegazioni di Mosca e di Kiev sulla guerra in corso in Ucraina. Lo riportano la Bbc e altri media del Regno Unito, dove Abramovich - che ha anche la cittadinanza israeliana e che è al momento colpito dalle sanzioni britanniche e da quelle dell’Ue, ma non dagli Usa - è stato a lungo residente, in veste fra l’altro di patron della squadra di calcio del Chelsea. La rivelazione era stata anticipata dal Wall Street Journal e poi dal sito Bellingcat.

La notizia era stata riportata nelle scorse ore dal Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali il sospetto attacco potrebbe essere stato commesso da alcuni a Mosca che volevano sabotare le trattative per mettere fine alla guerra. Fra i sintomi riscontrati dopo l’incontro a Kiev all’inizio del mese c’erano «occhi rossi, desquamazione della pelle sul viso e sulle mani». Da allora, riporta il Wall Street Journal, le loro condizioni di salute sono migliorate e non appaiono in pericolo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha incontrato Abramovich, non ha avuto alcun problema. Gli esperti occidentali che stanno esaminando l’incidente ritengono che sia difficile determinare se i sintomi siano stati causati da un agenti chimico o biologico, o se si sia trattato di un attacco con radiazioni elettromagnetiche.

«La nostra Irpin è stata liberata dal male di Mosca! Gloria all’Ucraina». Lo afferma su Telegram il sindaco della città alle porte di Kiev, Alexander Markushin. Secondo l’emittente pubblica ucraina Supsilne News, «l’esercito ucraino sta ripulendo la città e ai residenti è stato chiesto di non tornare ancora nelle loro case».

Alla vigilia dei nuovi colloqui tra Kiev e Mosca, in programma martedì 29 e mercoledì 30 marzo in Turchia, il presidente Volodymyr Zelensky afferma di essere pronto ad accettare lo status di neutralità dell’Ucraina come parte di un accordo di pace con la Russia. «Lo status neutrale e non nucleare del nostro Stato: siamo pronti ad accettarlo». Era la prima richiesta di Mosca «e per quanto ricordo hanno iniziato la guerra per questo», dice il presidente ucraino in un’intervista con dei giornalisti indipendenti russ i. Qualsiasi accordo dovrà essere sottoposto al popolo ucraino in un referendum, ha ribadito Zelensky sottolineando ancora una volta di voler raggiungere «senza alcun indugio» un accordo di pace per «il ripristino di una vita normale» nel suo Paese. «La sovranità e l’integrità territoriale sono fuori dubbio», ha però ricordato il presidente dell Ucraina affermando che «le questioni del Donbass e della Crimea devono essere discusse e risolte» nei colloqui di pace.

Biden: non ho chiesto deporre Putin

Nella bufera dopo aver definito il presidente russo Vladimir Putin «un macellaio» che «non può restare al potere, Joe Biden specifica che «no», le sue parole non facevano riferimento alla richiesta di un cambio di regime in Russia. La caduta di Putin «non è l’obiettivo della Nato e neppure del presidente americano», gli era venuto poco prima in soccorso il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Berlino pensa a un sistema antimissile

Nel frattempo, però, la Germania sta valutando l’acquisto di un sistema di difesa antimissile per proteggersi da un potenziale attacco russo, ha annunciato Scholz. «Ècertamente uno dei problemi di cui stiamo discutendo, e per una buona ragione - ha detto il cancelliere tedesco -. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che abbiamo un vicino pronto a usare la violenza per far valere i propri interessi».

I combattimenti

Dal campo arriva intanto la notizia che la Russia ha ritirato le truppe che circondavano Kiev dopo aver subito perdite significative, secondo l’ultimo rapporto operativo dell’esercito ucraino. Lasciata anche la cittadina di Slavutych, abitata in gran parte dai lavoratori della centrale nucleare di Chernobyl. I cittadini erano scesi in piazza contro gli occupanti, dopo il breve arresto del sindaco Yuri Fomichev. E la vice primo ministro ucraina Iryna Vereshchuk è tornata ad accusare la Russia di atti «irresponsabili» intorno a Chernobyl, esortando l’Onu a inviare una missione per valutare i rischi di contaminazioni radioattive. Le forze russe continuano a militarizzare la zona di alienazione della centrale nucleare e «ciò comporta un serio rischio di danneggiare le strutture di isolamento: questo porterebbero all’ingresso nell’atmosfera di polvere radioattiva che contaminerebbe non solo l’Ucraina ma anche altri paesi europei», ha avvertito la Vereschuk.

Il disastro di Mariupol

Nessun ritiro russo invece da Mariupol, la città sotto assedio. Zelensky lo ha definito una «catastrofe umanitaria», affermando che le forze russe hanno portato via dalla città oltre 2.000 bambini. «La loro posizione esatta è sconosciuta. Possono essere lì con o senza genitori: è spaventoso, li tengono come merce di scambio», ha aggiunto il presidente ucraino.

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