Nella Bergamasca aule e palestre hanno uno stato di salute buono. Merito dei 120 milioni di euro che la Provincia di Bergamo ha investito negli ultimi dieci anni nel settore edilizia scolastica, sia per costruire nuovi istituti sia per opere di manutenzione ordinaria o straordinaria. Almeno sulla carta, quindi, crolli-killer come quello che si è verificato al liceo scientifico «Darwin» di Rivoli (Torino), provocando la morte di uno studente, in Bergamasca sarebbero scongiurati. Gli ultimi casi di «mala-scuola» hanno riguardato solo sfondellamenti, ovvero la caduta di pochi centimetri di intonaco dal soffitto. A parlare è l’assessore bergamasco competente in materia, Marcello Moro.«Almeno per quanto riguarda il patrimonio scolastico di proprietà o in gestione della Provincia, ovvero le scuole secondarie superiori – interviene Moro – possiamo dormire sonni tranquilli. Non ci sono edifici che risalgono agli Anni Trenta e poi sono stati abbandonati a loro stessi. Ogni anno, in media, vengono investiti 7-8 milioni di euro per la messa a norma, il che dimostra come per l’amministrazione di Via Tasso questa sia una priorità». Dato confermato anche dalle periodiche classifiche nazionali di Legambiente sulla qualità e sicurezza degli edifici scolastici. «Bergamo – fa notare Moro – si piazza sempre ai vertici della graduatoria, tra il quarto e il sesto posto. Un risultato ancora più lusinghiero, se si considera che la classifica comprende anche le Province a Statuto speciale, che dispongono di molti più fondi delle altre». Altrettanto puntuali sono i carotaggi, le indagini strutturali, l’aggiornamento degli impianti antincendio, elettrici e idraulici da parte di tecnici specializzati incaricati dalla Provincia. «Verifiche che ci dicono che in provincia di Bergamo non ci sono problemi strutturali, e che il patrimonio è di alto livello», continua l’assessore.Per avere un quadro più completo è comunque ancora in corso il checkup di 900 istituti bergamaschi (650 statali e 250 parificati, dalle scuole d’infanzia alle superiori), un lavoro di censimento e schedatura per passare palmo a palmo lo stato di salute degli immobili scolastici (impianti, serramenti e pavimenti), promosso proprio dalla Provincia, in collaborazione con Regione, Ufficio scolastico regionale e Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e partito nell’estate 2006. L’obiettivo finale è radiografare circa due milioni di metri quadri occupati dalle scuole bergamasche (il 20 per cento è rappresentato dalle materne, il 49 per cento dalle elementari, il 25 per cento dalle medie e il 6 per cento dalle superiori): se si considera che lo standard per l’abitabilità è di circa 25 metri quadri a persona, è un po’ come passare in rassegna una città di 80-90 mila persone. I risultati confluiranno in un’Anagrafe dell’edilizia scolastica provinciale informatizzata, punto di partenza per gli interventi di cura futuri.«L’analisi delle scuole secondarie superiori è terminata, in dirittura d’arrivo sono quelle delle scuole primarie e materne. Per la fine del mandato contiamo di concludere lo screening, che permetterà di avere un database più completo e di allargare il quadro anche al patrimonio che non è strettamente di competenza provinciale, ma ad esempio anche dei Comuni».Moro, in carica dal 2004, ricorda che in Bergamasca, finora, non si sono mai verificati casi della gravità di Rivoli. «Ci sono stati episodi di sfondellamento, ovvero pezzi, comunque sempre limitati, di intonaco che si sono staccati dal soffitto delle aule – spiega l’assessore –. Ma siamo intervenuti tempestivamente, rimuovendo l’intonaco ammalorato dall’umidità e rifacendolo tutto dove necessario. Anche a Treviglio, dove in un caso si sono verificati problemi di staticità, sono stati fatti i lavori di consolidamento. I carotaggi, infatti, avevano evidenziato che nell’armatura i rapporti tra ferro e cemento non rispettavano i più recenti standard qualitativi, e quindi abbiamo rifatto le fondamenta e posto rimedio».(24/11/2008)
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