Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 22 Luglio 2015
Siccità, agricoltura in ginocchio
Coldiretti: «È calamità naturale»
«L’agricoltura bergamasca sta bruciando e ha un disperato bisogno di acqua». La Coldiretti provinciale rilancia l’allarme, fortemente preoccupata per il perdurare del caldo e della siccità che ormai ha toccato livelli eccezionali.
Nell’ultima settimana le temperature non sono mai scese sotto i 32 gradi, e negli ultimi giorni sono arrivate addirittura più volte a sfiorare i 40 gradi, mentre le minime sono state sempre comprese tra i 20 e i 26 gradi. Ad essere in pericolo è un’intera stagione produttiva, in quanto le colture si trovano nella fase vegetativa più delicata. Come se non bastasse, le previsioni non promettono nulla di buono.
«Sono molte le aziende che attendono con il fiato sospeso l’evolversi della situazione – sottolinea Coldiretti Bergamo –; la situazione è particolarmente drammatica soprattutto per quelle realtà produttive che per l’irrigazione fanno riferimento alle acque del fiume Serio, in quanto non possono neppure contare sulla deroga al Minimo Deflusso Vitale; le istituzioni preposte infatti hanno deciso di non concederla e di lasciare le colture al loro destino. Se si vuole evitare il disastro purtroppo non c’è più tempo, serve l’acqua e serve subito».
L’ondata di caldo intenso e prolungato si sta facendo sentire in tutta la sua gravità praticamente in tutti i comparti, non solo nei campi ma anche negli allevamenti. Ad essere in difficoltà è soprattutto il mais, che è la base dell’alimentazione degli animali allevati nelle stalle, ma sono tutte le colture in campo ad essere in difficoltà, dalla vite agli ortaggi, dalla soia all’erba. Il caldo crea sofferenza anche agli animali, nonostante tutti i rimedi adottati per rinfrescarli, come doccette e ventilatori. Si calcola che la produzione di latte sia già diminuita di circa 45.000 quintali, con una perdita economica per il sistema zootecnico bergamasco di oltre 1.600.000 euro. Sono in difficoltà anche i suini che mangiano poco e presentano una riduzione dell’incremento di peso giornaliero di quasi il 50%. Lo stesso vale per i bovini da carne. Si registra una contrazione anche della produzione del latte di capra e per il gran caldo le galline depongono meno uova. Stanno soffrendola sete anche i pascoli e gli alpeggi in montagna.
«Se non riesco a produrre un adeguato quantitativo di mais - spiega Giorgio Piovanelli, agricoltore di Zanica – dovrò acquistare altrove il foraggio con costi insostenibili, oltre al molto lavoro già sprecato per le colture ormai inaridite dalla siccità. Per come è impostata la mia azienda la coltivazione del mais è indispensabile, è la sola che mi permette di stare nei costi. Con il prezzo del latte alla stalla a 36 centesimi non posso fare diversamente. Come altre aziende vorrei avere la possibilità di cambiare sistema di irrigazione in modo da avere meno problemi quando la stagione si presenta siccitosa, purtroppo però i miei terreni sono attraversati da molte strade e sono quindi molto frammentati. In questa situazione realizzare gli impianti per l’irrigazione a pioggia è praticamente impossibile. Sulla carta sembra tutto facile, ma la realtà è molto diversa».
Sono ormai molti gli episodi di criticità. «Era dal 2003 che non ricorrevo all’irrigazione – dice Simone Locatelli, viticoltore di Chiuduno – ma se voglio salvare i miei vigneti non posso fare diversamente. Sto portando con l’autobotte l’acqua tra i filari perché le piante stanno già mostrando segni di sofferenza e hanno assolutamente bisogno di essere soccorse». Dal 7 luglio a oggi le altezze idrometriche dei principali bacini lacustri della regione hanno registrato cali compresi tra i 14 e i 50 centimetri. In particolare il lago d’Iseo, in poco meno di quindici giorni, è diminuito di ben 50,9 centimetri passando da 53,5 a 2,6 centimetri, pari a quasi il 95 % in meno.
«Nelle ultime due settimane la portata dell’acqua che avevamo a disposizione per irrigare era molto diminuita – sottolinea Elena Lazzarini, coltivatrice di Fontanella -; il livello del lago di Iseo si è abbassato ancora e da domani l’acqua verrà ulteriormente razionata e le bocche irrigue verranno chiuse in modo alternato. Proprio adesso che nel mais si stava formando la pannocchia! Se vogliamo salvare il raccolto non ci resta che fare la danza della pioggia».
Poiché a causa della siccità le aziende agricole hanno necessità di avere un quantitativo maggiore di carburante per far fronte al maggior funzionamento delle pompe/turbine per il sollevamento dell’acqua, il settore agricoltura della Provincia di Bergamo proprio oggi ha autorizzato un’assegnazione supplementare. «Sosteniamo con forza la richiesta di calamità naturale per eventi siccitosi straordinari avanzata dal nostro presidente regionale Ettore Prandini – conclude Coldiretti Bergamo –; se da un lato urge uno sforzo di razionalizzazione del consumo d’acqua a scopi irrigui, dall’altro occorre però limitare e contingentare l’utilizzo complessivo anche per altri usi (industrial e idroelettrico), ripartendo su tutti i sacrifici finora chiesti all’agricoltura. Vista l’eccezionalità della situazione chiediamo che vengano rispettate le priorità di legge nell’uso dell’acqua ricordando che dopo il l’uso umano viene quello agricolo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA