Un giorno all’alba, da domani addio alla naja per tutti. Potranno andare a casa in anticipo anche gli ultimi ragazzi precettati a fine 2004, quelli chiamati sotto le armi – o come obiettori di coscienza – negli scaglioni di novembre-dicembre 2004, gli ultimi della storia italiana. In Italia sono 20 mila e, secondo le stime degli addetti del settore, nella Bergamasca sarebbero circa un centinaio: oggi stanno completando i pochi mesi di leva rimasti, ma da domani potranno inoltrare domanda per congedarsi in anticipo.
E qui sta il punto oscuro: perché se il decreto legge c’è – approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri – poco chiare, invece, risultano ancora le modalità con le quali chiedere l’anticipo del congedo. Cosa bisogna fare esattamente per ottenere lo «sconto»? Presentare una domanda o un modulo? Per ora non è dato sapere. E mentre il generale Elio Carrara sposa la decisione, sottolineando «l’occasione di crescita» rappresentata dalla leva, ma riconoscendo che «all’esercito serve professionalità», due delle centinaia di ragazzi bergamaschi ancora in servizio raccontano la loro esperienza. Un carabiniere di 21 anni che resterà fino alla fine, perché sta vivendo un’«esperienza unica» nella caserma di via delle Valli e un altro coetaneo che sta finendo il servizio civile che racconta: «Meglio dirottare le risorse fin qui investite per l’attività di leva alla formazione di nuovi volontari».
(30/06/005)
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