Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 20 Febbraio 2014
Sequestra la moglie e spara
Condannato a 6 mesi, pena sospesa
Ha minacciato la moglie con una pistola e due coltelli, trattenendo la donna in auto per quasi due ore e, alla fine, è stato arrestato con le accuse di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni. Condannato a 6 mesi, pena sospesa.
Ha minacciato la moglie con una pistola (finta) e due coltelli, uno con 15 centimetri di lama, trattenendo la donna in auto contro la sua volontà per quasi due ore e, alla fine, è stato arrestato dalla polizia con le accuse di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni.
L’uomo, un dirigente chimico di 41 anni, è andato a processo nella mattinata di giovedì 20 febbraio con rito in abbreviato: condannato a sei mesi, la pena è stata sospesa.
Da circa un mese la coppia viveva separata: lei, 35 anni, era tornata dai suoi genitori, con i loro figli, un maschio e una femmina, di 7 e 8 anni. Lui, D. S., era invece rimasto, da solo, nella casa coniugale, sempre in città. Un mese fa tra i due c’era stata una prima violenta lite per futili motivi, culminata con una denuncia sporta dalla donna nei confronti del marito e con la decisione di lei di andarsene da casa.
Per settimane il marito ha comunque continuato a tartassare la moglie al telefono, fino all’epilogo di venerdì pomeriggio 14 febbraio. Uscita dal lavoro alle 17,30, la moglie ha raggiunto la scuola per prendere i due bambini, ma è stato proprio davanti all’istituto che ha trovato il marito. Prima ancora che la donna potesse scendere dall’auto, il marito aveva infilato il braccio nella parte di finestrino abbassata e aveva aperto la portiera, entrando nell’auto. È stato così che per la donna è cominciato l’incubo. Quando ha capito che la preside e la suora dell’istituto si erano accorte che qualcosa non andava, ha minacciato anche loro, puntando loro contro la pistola.
Poi ha costretto la moglie ad allontanarsi con lui, strattonandola più volte in auto (verrà poi medicata in ospedale e dimessa con cinque giorni di prognosi): nelle concitate fasi del sequestro, l’uomo ha esploso due colpi con la pistola scacciacani, uno fuori dal finestrino e uno all’interno dell’auto. L’episodio mentre percorreva via Crescenzi.
Voleva – come ha chiarito davanti al giudice in direttissima – che la moglie tornasse a casa perché il giorno dopo era il compleanno del figlio minore e desiderava che la famiglia festeggiasse assieme. Dalle 18 alle 19,45 il marito ha tentato in auto di convincere la moglie a tornare a casa con i bambini. Nel frattempo dall’istituto era già stata avvertita la polizia. Tra l’altro proprio venerdì il legale della moglie aveva depositato in procura una richiesta perché l’autorità giudiziaria disponesse nei confronti del marito proprio il divieto di avvicinarsi alla donna. Dal canto suo, in direttissima l’uomo ha ammesso le responsabilità, dicendo di aver sparato solo per mostrare che la pistola, con tappo rosso, era a salve. Si è detto esasperato dal fatto di non aver visto i figli nell’ultimo mese. Il suo legale, l’avvocato Giuseppe Togni, ha chiesto la derubricazione dell’accusa in violenza privata, ma la richiesta non è stata accolta. Il processo di giovedì mattina con la condanna di 6 mesi e la sospensione della pena.
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