Referendum Grecia, «no» il 61%
Tsipras cerca nuovo patto - Foto e social

In fronte del «no» vince il referendum indetto dal premier Alexis Tsipras sulle proposte dei creditori di Atene in cambio di ulteriori finanziamenti per il salvataggio del Paese. Il premier greco ora cerca un nuovo patto con l’Unione europea. Su Twitter il mondo commenta con gli hashtag #Grecia e #Greferendum.

L’esposizione totale dell’Italia nei confronti della Grecia, tra prestiti diretti e partecipazione ai meccanismi di salvaguardia europei, è di 35,9 miliardi di euro. La cifra è stata precisata nei giorni scorsi dal ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan. In dettaglio l’Italia ha un’esposizione diretta, in virtù di prestiti bilaterali, pari a 10,2 miliardi di euro, poi Roma ha fornito 25,7 miliardi di contributi al fondo salva-stati e quindi complessivamente l’Italia è esposta per 35,9 miliardi di euro, «già tutti contabilizzati». E dunque un’insolvenza della Grecia non aprirebbe voragini per la finanza pubblica.

Secondo quanto ha scritto il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, nel caso di un default greco l’Italia potrebbe perdere nella peggiore delle ipotesi 58,5 miliardi di euro. A rimetterci di più sarebbe la Germania con perdite per 87,6 miliardi di euro, seguita dalla Francia con 67 miliardi e quindi l’Italia, davanti alla Spagna con 40 miliardi di euro.

La vittoria del «no» al referendum è stata salutata nella sede di Syriza ad Atene dai rappresentanti dei vari partiti della sinistra europea, ospitati dal partito di Alexis Tsipras, che hanno intonato «Bella Ciao».

Già in mattinata si registravano file ai seggi in tutta la Grecia. Tra loro Tsipras, che è giunto al suo seggio elettorale di Kypseli (Atene), accolto da una folla enorme di giornalisti e curiosi. Camicia bianca, sorridente, il primo ministro ha detto dopo aver votato che «oggi è un giorno di festa, perché la democrazia è una festa... non si può ignorare la decisione di un popolo. Da domani apriamo la strada per tutti i popoli d’Europa. Oggi la democrazia batte la paura».

Il ministro delle finanze Yanis Varoufakis ha votato a Faliro, sulla costa ateniese, anche lui accolto da una grande folla. «È una celebrazione della democrazia - ha dichiarato -. Gli enormi fallimenti dell’Eurogruppo hanno portato a un ultimatum al quale la gente non ha potuto rispondere. Oggi può dare la sua risposta». Al voto anche il presidente della Repubblica Prokopis Pavlopoulos e esponenti di primo piano del fronte del sì, come l’ex premier Kostas Karamanlis (a Salonicco), e i leader di Potami, Stavros Theodorakis, e del Pasok Fofi Gennimatà. La presidente socialista, dopo aver votato ad Atene ha dichiarato: «È il momento della decisione e della responsabilità. Vogliamo un accordo che funzioni. Mandiamo un forte Sì in Grecia ed Europa». Ha votato anche il leader di Nea Dimokratia Antonis Samaras, che votando a Pylos vicino Kalamata ha ripetuto: «I greci decidono il futuro del Paese. Sì alla Grecia, sì all’Europa».

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Eco di Bergamo Il referendum in Grecia