La centrale di Sedrina scalda i motori. Entro la fine dell’anno entrerà in funzione la centrale di cogenerazione a biomassa vergine (scarti di legna non trattata) di Sedrina, costata 15 milioni di euro (5 milioni per la rete di teleriscaldamento). Hanno i giorni contati quindi, le 350 caldaie a metano o gasolio: poche settimane ancora e saranno definitivamente spente per lasciare spazio alla centrale a biomassa realizzata in val Trezza, nella ex cava, a valle della frazione di Benago. I lavori per la costruzione dell’impianto sono alle fasi conclusive, in questi giorni si stanno effettuando gli ultimi collaudi e poi l’intero impianto potrà partire a regime. Per l’accensione definitiva è necessario comunque l’ok dalla Provincia. Il funzionamento della nuova centrale è parecchio articolato, sono stati installati infatti molteplici dispositivi di sicurezza, ma anche un controllo rigoroso dei fumi, ed è stato installato un impianto minore a metano collegato in parallelo nel caso si verifichino disfunzioni o interventi di manutenzione al sistema principale. In linea di massima il funzionamento prevede l’attivazione di un generatore di calore alimentato a legna non trattata chimicamente, che andrà a scaldare a 380 gradi l’olio diatermico che a sua volta scalderà l’impianto dell’acqua per il teleriscaldamento sino a 90 gradi, un impianto parallelo invece produrrà vapore che azionerà la turbina per la produzione di energia elettrica. L’energia elettrica prodotta dalla turbina verrà in parte utilizzata per alimentare la centrale e in parte immessa nella rete Enel, ma è presente pure un gruppo elettrogeno per la produzione di energia elettrica nel caso venisse a mancare dalla turbina principale. Adiacente alla parte tecnica della centrale, sorge anche una piccola palazzina per gli uffici amministrativi, la cabina elettrica e le stanze dei dipendenti. Dati positivi anche per l’occupazione locale: la centrale offrirà posti di lavoro per circa 20 nuovi dipendenti, altrettanti i posti calcolati per indotto. Per i consumi l’obiettivo è quello di bruciare legna forestale del territorio: per ora sono otto le aziende vallari con cui è stato stipulato un contratto e ad inizio attività si presume che il 70 per cento del legname sarà acquistato, mentre il 30 per cento sarà reperito localmente. L’obiettivo è quello di invertire queste percentuali. La centrale consumerà mediamente 35 mila tonnellate di legna all’anno, quattro camion al giorno, per una media di 55 chilogrammi quotidiani per ogni utenza.(19/11/2008)
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