Scuola, scontro a tutto campo tra Formigoni e il ministro

Da Roma nessuna notizia ufficiale, ma il presidente della Regione Roberto Formigoni ha deciso di giocare d’anticipo: non appena ha saputo «in maniera clandestina» – come lui stesso ha spiegato – che il Consiglio dei ministri tra venerdì e ieri avrebbe impugnato la legge regionale sulla Formazione e l’istruzione (la legge 19/2007, approvata nel luglio scorso), è passato al contrattacco senza tanti convenevoli, condannando duramente la scelta del ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni e dei compagni di governo. «Hanno agito di nascosto, senza darci tra l’altro alcuna comunicazione – ha precisato il numero uno del Pirellone –, un comportamento scorretto che dimostra la pervicace volontà del ministro Fioroni di relegare il ruolo della formazione professionale a sistema marginale». «Nessun blocco dei corsi»La replica del ministro Giuseppe Fioroni non si fa attendere: «Un Presidente di Regione dovrebbe attenersi ai fatti e non alle dicerie e dovrebbe anche sapere che l’impugnativa portata al Consiglio dei ministri dal Ministro per gli Affari Regionali, da me condivisa ed approvata collegialmente, non blocca la legge della Lombardia ma difende le nostre prerogative costituzionali. È poi singolare che il presidente della Lombardia, dopo aver impugnato due leggi del Parlamento che la Consulta discuterà nel 2008, continui ad adottare provvedimenti come se avesse già ottenuto ragione continuando ad ignorare le leggi dello Stato. Questo comportamento non trova giustificazioni in un atteggiamento dialogante e disponibile del governo». Il ministro respinge l’accusa di essere nemico della formazione professionale: «Il Presidente Formigoni sa che il Ministro Fioroni apprezza i percorsi triennali della Lombardia al punto da aver aumentato dell’80% i finanziamenti, portando i contributi da 6 a 11 milioni di euro, e da averli inseriti nelle norme per l’obbligo di istruzione, cioè il massimo del riconoscimento. Allora sarebbe bene non strumentalizzare né depistare i 30 mila ragazzi inseriti in quei percorsi, insieme alle rispettive famiglie ed ai prossimi che verranno, ma far sapere loro che quei corsi potranno proseguire grazie ai finanziamenti del governo. Fare, invece, leggi o riforme senza copertura finanziaria, accollandone il costo ad altri, questo è un brutto modo di fare politica».«Sono tutte bugie»Secca la contro-replica di Formigoni al ministro: «Molte parole per non dire nulla, anzi per aggiungere bugie. Nel suo comunicato il ministro Fioroni non riesce a balbettare un solo motivo per giustificare il ricorso alla Corte Costituzionale. Ed è ovvio, la verità è che la nostra Legge è perfettamente costituzionale. Le bugie: non c’è stato alcun aumento del finanziamento del ministero della Pubblica Istruzione alla Lombardia per i corsi triennali. C’è stato invece un accordo tra le Regioni che si sono ripartite in modo diverso tra loro le risorse del ministero identiche a quelle degli anni precedenti, quindi ribadiamo: Fioroni mente».«Segnalo infine a Fioroni – conclude il governatore – che aver impugnato alcune sue leggi di fronte alla Corte Costituzionale non ci ha impedito di rispettarle alla lettera anche se non le condividiamo. Fioroni è l’opposto, impugna la nostra legge perché non la condivide. Alla faccia della democrazia».Un passo indietro per ricostruire la vicenda: la legge 19 è il provvedimento con il quale la Regione si prende carico della formazione professionale, ovvero i corsi triennali post scuole medie che permettono di imparare un mestiere e di avere una qualifica senza dover frequentare i canonici 5 anni di scuola superiore. Una riforma che il Pirellone aveva in serbo da anni e che da quest’anno scolastico è entrata in vigore dopo le varie sperimentazioni. La legge 19 ha raccolto il consenso di molte delle associazioni datoriali, dei genitori, delle scuole private, degli insegnanti e dei sindacati. Tutti tranne uno, la Cgil. In Consiglio regionale lo scorso 27 luglio Ds e Margherita si erano astenuti, mentre la sinistra radicale si era espressa contro. «La lettura conseguente della vicenda – ha perseguito Formigoni – è che l’impugnazione di questa legge regionale sia stata in Consiglio dei Ministri una pietra di scambio per il voto delle forze di sinistra sui successivi punti della riunione del governo». Ovvero, la legge Finanziaria. «Prima dell’approvazione della legge ho avuto almeno tre incontri con il ministro – ha detto il presidente – tant’è che abbiamo recepito alcune sue osservazioni. Poi da luglio, quando la legge è stata approvata, abbiamo chiesto al ministero l’apertura di un tavolo di confronto, ma non sono arrivate risposte». Fino alla doccia fredda di ieri.«È una materia regionale»Finché la Corte non si sarà espressa nel merito, la legge 19 è sospesa. «Non ci saranno problemi per i 30 mila studenti che hanno già iniziato i loro corsi di formazione triennali a settembre – ha chiarito l’assessore all’Istruzione Rossoni – ma se la situazione non si sblocca entro gennaio saranno guai per il prossimo anno scolastico». La Regione, già quel 27 luglio in cui il Consiglio licenziò la legge 19, si era appellata al titolo V della Costituzione che dal 2001 dà alle Regioni piena autonomia decisionale in materia di organizzazione scolastica, d’istruzione e formazione professionale. «Potevamo non chiedere nessun parere al Ministero perché la Costituzione ci dà il diritto di agire in questa materia – ha chiarito Formigoni –, per questo è la decisione del governo di impugnare la legge ad essere incostituzionale». (30/09/2007)

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