Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 14 Aprile 2014
Scopri la Bergamo nascosta
con l’itinerario delle fontanelle
C’è chi viaggia frettolosamente per raggiungere la meta. C’è chi invece, con gli occhi nel cuore, si gode ogni piccolo passo, facendo del viaggio un bagaglio unico di momenti vissuti, con le piccole e grandi cose viste lungo il percorso.
C’è chi viaggia frettolosamente per raggiungere la meta. C’è chi invece, con gli occhi nel cuore, si gode ogni piccolo passo, facendo del viaggio un bagaglio unico di momenti vissuti, con le piccole e grandi cose viste lungo il percorso.
Il viaggio di Gianluca Licata, un giovane bergamasco studente dell’Accademia Carrara, si inserisce nella seconda categoria. Con un plus, perché tracciato lungo un fil rouge molto particolare: la scoperta delle vedovelle e le fontane di Bergamo. «L’idea è un po’ romantica, perché di acqua ce n’è ovunque, non abbiamo più bisogno delle vedovelle» dice lui, «ma che era giusto seguire, perché dopotutto, anche la fontana è un monumento, non riconosciuto tale solo perché ce ne sono tante, un elemento solitario che aveva bisogno di essere riscoperto».
Di fontanelle in città ce ne sono duecentoquaranta (circa 200 vedovelle e 40 tra fontane storiche e lavatoi), alcune nascoste dietro alle piante o negli angoli dei parchi da tempo in attesa di un avventore, altre che nel tempo sono state elette a piccoli monumenti, punti di riferimento per incontri e rendez vous dei bergamaschi.
Ma per Gianluca, fontane e vedovelle sono tutte uguali, perché hanno il merito di condurci in luoghi più o meno conosciuti, attraverso vie poco battute. Magari trovando il proprio locus amoenus: «Camminando per la città alla ricerca di fontanelle ho scoperto posti impensabili, seguendo dei percorsi lontani da quelli turistici, posti dimenticati dove trovare scorci incredibili – racconta Gianluca –. Questo tipo di viaggio suggerisce modi diversi e altrettanto piacevoli di vivere la città. Non c’è bisogno di andare lontano per scoprire posti interessanti».
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