Proclamato sciopero all’Università
È il primo in assoluto nella storia

Le Rsu dell’Università di Bergamo hanno dichiarato lo sciopero del personale tecnico-amministrativo e bibliotecario. Non era mai successo in precedenza nella storia dell’Ateneo bergamasco.

All’indizione dello sciopero si associano le Organizzazioni sindacali Flc-Cgil e Cub-Sur. L’indizione dello sciopero, deciso all’unanimità dai lavoratori nella partecipata assemblea del 21/10, arriva al termine di un confronto di contrattazione durato più di un anno e mezzo. I rappresentanti sindacali hanno infine dovuto registrare il fallimento di un’ultima richiesta di mediazione avanzata al Prefetto.

«Lo sciopero di 4 ore alla mattina è indetto - dice un comunicato della Rsu dell’Università - per il giorno 10 novembre 2015. È il giorno in cui il Consiglio di Amministrazione certificherà il fondo per la contrattazione integrativa, senza stanziare adeguate risorse aggiuntive certe e stabili. Il Direttore ha tentato di scaricare le responsabilità della scelta sui Revisori dei Conti, nonostante la Finanziaria del 2015 abbia sospeso dopo 5 anni il blocco dei fondi».

«Gli scarsi aumenti promessi per l’anno in corso sarebbero quindi solo “una tantum”: soldi non utilizzabili per gli scatti economici. Sarebbero inoltre corrisposti sulla base di un nuovo sistema di valutazione interno, basato su criteri comportamentali non verificabili e in aperta violazione del contratto nazionale. Fa pensare il fatto che gli 80.000 euro che il Rettore metterebbe sul piatto, equivalgono all’incirca al doppio di quanto l’Ateneo ha speso lo scorso 21 settembre per organizzare la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico durata circa 3 ore».

«La scelta di non investire sul personale è ancor più illogica se si pensa che l’Ateneo gode di ottima salute dal punto di vista finanziario e attira un sempre maggior numero di studenti, cui andrebbero garantiti servizi di qualità. Il fondo per lo stipendio di secondo livello non è mai stato alimentato dal 2004, nonostante la crescita del personale di poco meno di 100 unità».

«Il nuovo Rettore Remo Morzenti Pellegrini ha ereditato problemi rimasti irrisolti negli anni. L’Ateneo si trova in estrema sofferenza di organico, con almeno 100 addetti in meno rispetto alla media nazionale del comparto. Alcune ostinate scelte interne hanno contribuito ad aggravare una situazione. L’Università di Bergamo è inadempiente da circa 10 anni rispetto alla Legge sull’assunzione dei disabili e degli orfani di caduti per cause di servizio. Le sostituzioni del personale in congedo o assente per maternità o malattia grave non vengono praticamente più effettuate dal 2009».

«Ma salvaguardare ed investire in servizi per gli studenti e per i docenti è diventato un aspetto ormai non più rimandabile. La situazione di emergenza di servizi sempre più al collasso ora rischia di far perdere competitività alla ricerca e didattica bergamasca. Le possibilità assunzionali, pur ridotte a causa dei blocchi nazionali del turnover, potrebbero essere utilizzate per assorbire parte del personale in esubero dalla Provincia».

«Le prospettive sul 2016 destano ulteriore preoccupazione tra i lavoratori. Le bozze di Legge Finanziaria in circolazione in questi giorni prevedono un ulteriore periodo di blocco dei turnover e del salario accessorio. La mancata integrazione dei fondi da parte di Unibg rischia per gli anni prossimi di causare una perdita media annua di 3.800 € al personale di categoria elevata (Elevate Professionalità), a causa dell’effetto congiunto delle nuove prese di servizio di personale EP e del blocco del fondo a loro riservato».

«Una situazione - conclude il comunicato - cui il Rettore, ad oggi, non ha dato segnali di volersi occupare».

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