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Cronaca
Lunedì 06 Aprile 2009
Scienze Umanistiche al «Baroni»
Castoldi: Aspettiamo i fondi regionali
Il Collegio Baroni è ufficialmente la nuova sede della Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università di Bergamo. La struttura, inaugurata alla presenza di tutto lo staff universitario oltre che delle autorità cittadine e benedetta dal vescovo Francesco Beschi, è costata 5 milioni e 300 mila euro, un milione donato dalla Banca Popolare di Bergamo e ospita su 3500 metri quadrati al painterreno due aule per 90 posti e un aufditorium per 200 posti, al primo piano due grandi aule per 200 posti totali e un laboratorio di informatica per 50 posti. Ai piani superiori, secondo e terzo, uffici amministrativi e dei docenti.
Si tratta del primo lotto di lavori. Il secondo, per totali 6500 metri quadrati, riguarda la costruzione di un edifico a gradoni per metà, 12.000 metri cubi, interrato nella collina che ospiterà aule e un auditorium pubblico per 360 posti.
L’intera operazione comporterà la riapertura di vicolo San Tommaso riqualifcando un quadrante di pregio della città in questi anni rimasto marginale. Un’operazione, ha ricordato il rettore Alberto Castoldi, che vale il temporaneo disagio dei lavori in corso. Il rettore, che per l’operazione conclusa ha riscosso l’apprezzamento del presidente della Provincia Valerio Bettoni, del sindaco Roberto Bruni e del presidente di Banca Popolare di Bergamo Emilio Zanetti, ha ringraziato calorosamente tutti coloro che a livello politico, tecnico e finanziario hanno reso possiibile la realizzazione della sede.
Agrodolci invece i ringraziamenti alla Regione Lombardia, rappresentata dal sottosegretario alla presidenza Marcello Raimondi: «Saremo felici di ringraziare la Regione, quando i fondi arriveranno» ha detto Castoldi, che ha approfittato dell’occasione per fare pulizia sulla vecchia questione del campus unico: una vicenda che ha definito «eminentemente strumentale, dato che nessuno ha mai dato i fondi per realizzarlo». La soluzione dei tre campus (quello giuridico-economico in via dei Caniana, quello linguistico in piazza Rosate e quello umanistico tra Sant’Agostino e Palazzo Baroni) costituisce intanto una scelta soddisfacente e realistica che permette di mettere l’università in relazione con la città. «Anche se – ha concluso il rettore – sarebbe stato più semplice costruire un campus in Amazzonia piuttosto che a Bergamo».
Il sottosegretario regionale Raimondi ha incassato con fairplay il richiamo ai finanziamenti assicurando che si è sulla buona strada e si è compiaciuto per il «ritorno all’umanesimo» dell’università di Bergamo: «In fondo – ha sottolineato – in tempi di crisi l’umanesimo resta il vero made in Italy».
Fiducia nelle scelte del rettore Castoldi, giunto a fine mandato, è stata riaffermata dal presidente delal Popolare Emilio Zanetti, dal sindaco Bruni e dal presidente delal Provincia Bettoni, mentre il vescovo Beschi, sottolineando di essere ancora in fase di scoperta della città, ha richiamato il «valore dell’università che, attraverso la ricerca e la cultura, trasforma i giovani in cittadini di grande valore per il futuro del territorio».
Il Collegio Baroni, fondato nel 1893 e successivamente più volte ampliato e restaurato per accogliere gli studenti della vecchia Esperia, durante la guerra dal 1943 al ’45, come ricorda la lapide in via Pignolo, fu centro di interrogatori e torture. Di proprietà della Provincia, è stato ceduto all’Università. L’intervento di ristruttrazione è stato radicale e ha comportato tra l’altro la palificazione e il sostegno statico dell’edificio storico, costruito su suolo argilloso. A breve partiranno i lavori del secondo lotto.
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