Scialpinista stroncato da infarto in Svizzera

È morto in Svizzera mentre praticava la sua grande passione, lo scialpinismo. Fabio Perico, 47 anni, di Ponte San Pietro, è stato stroncato da un infarto domenica pomeriggio mentre scendeva dalla cima Madona, in Valmaggia, nel Canton Ticino, in compagnia di altri soci della sottosezione Cai di Ponte San Pietro. Una comitiva di 11 persone, tutte esperte di montagna come Fabio, provenienti da diversi paesi del’Isola. Fabio aveva deciso di partecipare all’escursione con l’amico Massimo Belotti.

Il gruppo era partito presto, aveva raggiunto la Valmaggia in auto. Poi era cominciata la salita verso la cima Madona. Durante l’ascesa Fabio Perico, che in passato non aveva mai accusato sintomi che facessero temere il peggio, non ha avuto problemi. Una volta raggiunta la meta, gli scialpinisti si sono riposati un po’ prima di incominciare la discesa. Ed è proprio scendendo con gli sci che Fabio ha accusato il malore.

Le avvisaglie poco prima delle 14,30, quando lo scialpinista si è sentito male. Sembrava essersi ripreso, tant’è che ha detto agli amici che avrebbe continuato. Ma poco dopo si è accasciato sulla neve. Massimo Belotti e gli altri hanno cercato di soccorrerlo, mentre davano l’allarme. Gli escursionisti bergamaschi hanno dovuto attendere mezz’ora prima che arrivasse l’elisoccorso svizzero. Fabio Perico era però già morto, stroncato in pochi attimi da un infarto. La salma dell’uomo è stata portata a valle e composta nella camera mortuaria di Tesoro, località nei pressi di Locarno.

Fabio Perico abitava a Ponte San Pietro in via San Francesco d’Assisi con la moglie Rosy e il figlio Gabriele di 19 anni. Lavorava come tecnico impiantistico all’Asl di Bergamo. La sua passione era la montagna: era istruttore di scialpinismo della scuola del Cai. Un altro componente della sottosezione Cai di Ponte San Pietro - Fabio Corti, 69 anni - era morto in montagna nel giugno scorso, vittima di una disgrazia sulla Presolana.

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