Sassi contro l’auto: esce dal coma ai Riuniti il giovane bresciano

Ha cominciato a svegliarsi dal coma, nel quale era stato indotto con i farmaci, Nicola Recaldini, 25 anni di Piancamuno, il giovane che aveva riportato una ferita gravissima al capo, colpito da un sasso scagliato da criminali contro il parabrezza dell’auto che guidava lungo la strada fra la bassa Valle Camonica e il lago d’Iseo, il 2 aprile scorso. Ma i medici degli Ospedali Riuniti non sciolgono ancora la prognosi.Anzi, «il quadro generale - affermano - resta assai critico, le condizioni gravissime». Nelle prime ore del 2 aprile, Recaldini, alla guida di una Mercedes, stava tornando, con la fidanzata Erminia, all’abitazione di lei, a Borno, dopo aver partecipato a una festa di matrimonio. Proprio nel territorio comunale di Piancamuno da un’auto che giungeva dalla direzione opposta è stato lanciato un sasso che ha colpito e infranto il parabrezza della Mercedes e ferito gravemente il giovane al capo. Solo la prontezza di spirito della fidanzata che ha afferrato immediatamente il volante, mantenendo l’auto in strada, ha impedito che la tragedia avesse maggiori proporzioni. Recaldini è stato immediatamente portato al vicino ospedale di Esine, ma le sue condizioni sono apparse gravissime e si è quindi deciso il trasferimento agli Ospedali Riuniti di Bergamo. Lì, nel pomeriggio, dopo il ricovero nel reparto di terapia intensiva, Nicola, che lavora in una ferramenta di Costa Volpino, è stato sottoposto a un lungo intervento operatorio. Già ieri, secondo quanto si è appreso, i medici del reparto di Terapia intensiva degli Ospedali Riuniti di Bergamo avevano interrotto la terapia a base di sedativi che manteneva il giovane in coma farmacologico. Recaldini, hanno detto persone vicine alla famiglia, ancora non parla e non può muoversi, ma ha dato chiari segni di capire dove si trova e di riconoscere chi gli sta vicino. Anche il risveglio, secondo i sanitari, è stato più rapido del previsto: un elemento, quest’ultimo, che apre spiragli di ottimismo in una situazione clinica riguardo alla quale, tuttavia, i medici continuano a mantenere la massima cautela.(11/04/2006)

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