Cronaca
Martedì 19 Novembre 2013
Sardegna travolta dall’acqua
Sedici morti e un disperso
Un vero e proprio ciclone si è abbattuto lunedì sulla Sardegna orientale seminando morte e distruzione: il bilancio, ancora provvisorio, è di 16 morti, un disperso ed oltre 2.700 sfollati. «Bomba d’acqua» è il termine usato dagli esperti.
Un vero e proprio ciclone si è abbattuto lunedì sulla Sardegna orientale seminando morte e distruzione: il bilancio, ancora provvisorio, è di 16 morti, un disperso ed oltre 2.700 sfollati.
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«Bomba d’acqua» è il termine usato dagli esperti Per avere un’idea di ciò che è successo, basti pensare che in 24 ore è caduto un quantitativo d’acqua pari a quello che si registra in sei mesi. «Una piena che avviene una volta ogni mille anni», ha detto il presidente della Regione Ugo Cappellacci.
Puntuali le polemiche: «nessuno ci aveva avvertito», dicono alcuni degli scampati al disastro.
«Falso» ribatte il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, che sta coordinando gli interventi. Il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza ed ha stanziato 20 milioni di euro. Anche l’Europa è pronta a valutare una richiesta di aiuti dall’Italia. Il premier Enrico Letta è volato ad Olbia. «E’ - ha affermato - una tragedia nazionale, ma lo Stato c’è e fa il massimo». E c’è paura anche per le prossime ore con nuovi temporali e venti di burrasca in arrivo sull’isola.
Sono Olbia e Nuoro le province più colpite. Nella prima si sono contate ben 13 vittime. Alcune travolte da torrenti d’acqua mentre si trovavano in auto. Altri annegati nelle case allagate.
Come una famiglia brasiliana ad Arzachena, madre padre e due ragazzi, tutti morti in un seminterrato sommerso da tre metri d’acqua. Tra le vittime anche un poliziotto, finito fuori strada con l’auto di servizio mentre scortava un’ambulanza. E due bimbi di tre e due anni. Gli sfollati sono oltre 2.700, ospitati da parenti, amici o alberghi ed altre strutture ricettive. Le criticità principali a Torpé, dove sono state evacuate 500 persone e nel centro di Olbia. Monitorate due dighe: Maccheronis e fiume Cedrino. Grande dispiegamento di soccorsi, con vigili del fuoco, forze dell’ordine, militari e volontari.
La popolazione è naturalmente scioccata. «Nessuno ci ha avvisato - accusa un’insegnante - non si era mai vista tanta acqua a Olbia, ma se questa è una zona a rischio perché nessuno ci ha avvisato? Dovevano dirci da ieri di non uscire di casa. Io ero a scuola quando è successo il disastro e non potevo tornare a casa». Per Gabrielli, invece, «il sistema di allertamento nazionale ha fatto il suo dovere». Quello di ieri è stato «un evento eccezionale. Chi ha lanciato false accuse ne risponderà. Ma chi doveva intervenire nel territorio se non il territorio? Chi doveva esserci, la cavalleria?». Secondo il prefetto è fondamentale «l’atteggiamento dei cittadini, che sono i primi attori di protezione civile. Il sindaco di un paese vicino Olbia ha dato l’ordine di lasciare il territorio ma molti cittadini non si sono voluti allontanare dalle loro case, salvo poi richiedere l’aiuto di elicotteri a tarda notte».
Difende l’operato della Protezione civile anche il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, chiamato a riferire in Aula alla Camera. Domenica scorsa, ha ricordato, «il Dipartimento ha emesso un avviso di avverse condizioni meteo che prevedeva precipitazioni diffuse anche a carattere di rovescio o temporale sulla Sardegna». E’ stato inoltre diramato, ha aggiunto, un avviso alla Regione in cui si indicava «un’elevata criticità del rischio idrogeologico sui settori orientali e centromeridionali dell’isola. Questa tipologia di criticità su scala di tre valori è al livello massimo e tra i possibili effetti c’è la perdita di vite umane». Da parte sua, il sostituto procuratore del Tribunale di Tempio Pausania, Riccardo Rossi, ha lanciato un avvertimento. «Questo - ha detto - è il momento della misericordia, poi arriverà quello della giustizia. Questa vicenda ha posto in luce delle carenze strutturali, che passata l’emergenza, dovremo valutare se potevano essere evitate».
Letta ha convocato in mattinata il Consiglio dei ministri che ha dichiarato lo stato di emergenza ed ha stanziato 20 milioni di euro per gli interventi più urgenti. Il premier ha assicurato «l’impegno totale di tutta la comunità nazionale» ed ha ipotizzato la deroga al patto di stabilità per i comuni colpiti. Nel pomeriggio è poi andato ad Olbia, dove ha visitato il centro di coordinamento soccorsi. «Lo Stato c’è - ha scandito - e sta facendo il massimo. E’ stata una cosa drammatica e da quello che ho capito assolutamente unica. Sì, il cuore piange di più», ha aggiunto commentando il numero di vittime.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha seguito l’evolversi della situazione attraverso il Dipartimento della Protezione Civile e le Prefetture interessate ed ha espresso “solidarietà» e «commossa partecipazione» alle comunità coinvolte. Anche papa Francesco si è fatto sentire.
”Profondamente commosso dall’immane tragedia che ha colpito la Sardegna - ha twittato il pontefice - chiedo a tutti di pregare per le vittime, specialmente per i bambini». Successivamente, in un telegramma al presidente dei vescovi sardi, ha espresso una “affettuosa parola di conforto e di incoraggiamento» ai colpiti, auspicando che «non venga meno la solidarietà e il necessario aiuto per fare fronte a questo momento difficile».
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