Cronaca / Valle Cavallina
Mercoledì 27 Maggio 2015
Saracinesche abbassate a Grumello
Commercianti: stiamo morendo
Hanno scelto una protesta vistosa i commercianti del centro di Grumello: mercoledì 27 maggio negozi chiusi e vetrine in lutto. I titolari di una cinquantina di esercizi pubblici si sono spostati in piazza Camozzi davanti al municipio per incontrare il sindaco.
Dalle 9 alle 12, sciopero. Scioperano gli storici, da «Minuscoli» a «Rebussi», sciopera teoricamente (è un servizio pubblico, non può) la farmacia Manganelli, niente caffè al bar Roma o al chiosco della piazza di fronte, niente sigarette o marche da bollo dal «Mete» o dal «Ceribelli», niente foto da «Corini», niente cartoleria da «Spazio ufficio». Niente di niente. Quasi niente.
Chiusi per tre ore quasi tutti gli esercizi commerciali di via Roma, via Martiri della Libertà, piazza Camozzi e strade limitrofe, perché da anni dicono in tutte le salse che il progetto di rendere a senso unico l’asse del centro per le loro attività sarà un bagno di sangue, «ma l’amministrazione comunale non solo non ci ha mai preso in considerazione nella pianificazione del restyling del centro – spiega il portavoce Roberto Berardi dei “Sapori di Arlecchino” –, ma anche perché neppure adesso, pare a poche settimane dall’inizio dei lavori, nessuno ci dice con chiarezza cosa succederà. E noi siamo stanchi di bussare a porte che non si aprono. O, anche se si aprono, si richiudono immediatamente senza aver dato risposte certe, chiare, utili».
L’esasperazione è dettata dalla paura che la decisione di «chiudere» il centro al traffico di attraversamento assesti il colpo di grazia anche a molti negozi storici di famiglie che su questi negozi campano da generazioni. Da qui la scelta di listare a lutto le vetrine del «centro commerciale» di via Roma, con un manifesto funebre che è davvero una rivoluzione per la sobria storia di Grumello del Monte: «Dopo lunga agonia – c’è scritto – è mancato all’affetto dei suoi cari Felice Commercio: ne danno il triste annuncio i commercianti, i pubblici esercizi, le attività di servizio alla cittadinanza, unitamente alle famiglie e ai parenti tutti. La causa del decesso è da attribuire al senso unico che verrà realizzato in modi e tempi dei quali il defunto non era a conoscenza, nonostante le sue continue richieste di informazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA