Sara, chi ha sferrato i colpi mortali?
Lo dirà l’autopsia: fissata per lunedì

Quante volte è stata pugnalata Sara sulla pista ciclabile di Albino? La prima ispezione sul corpo ha permesso di contare 24 fendenti. Il sostituto procuratore Raffaella Latorraca vuole però vederci chiaro e ha fissato per lunedì l’autopsia.

Secondo i carabinieri a uccidere la 19enne, con due diversi coltelli da cucina, sono stati il marito, Amine El Gahazzali, e l’amante di lui, J. S., una 16enne di origine kosovara ma residente a Locarno, in Svizzera, al sesto mese di gravidanza.

Entrambi sono in carcere, accusati di omicidio volontario in concorso. Il primo in via Gleno a Bergamo, la seconda al minorile Beccaria di Milano.

Il magistrato, attraverso il referto del patologo, cercherà di scoprire chi ha sferrato i colpi mortali, basandosi probabilmente sulla forza esercitata e sull’inclinazione dei fendenti.

Sara El Omri aveva solo 19 anni ed era diversamente abile fin dalla nascita, avvenuta il 3 luglio 1995 all’ospedale di Alzano. Un anno fa il marito l’aveva costretta ad abortire. Ma lei aveva continuato ad amarlo, e lo diceva a tutti. Anche se «l’altra» adesso aspettava un bambino proprio da lui.

Da una settimana i tre – moglie, marito e amante – vivevano sotto la stessa tenda, accampati sul greto del Serio, ad Albino. Una convivenza che deve aver alimentato un’insofferenza, culminata – pochi minuti dopo le 22,30 di martedì – con l’omicidio della moglie.

El Gahazzali, marocchino di 24 anni, è regolare in Italia da quando, a settembre 2013, si era sposato con Sara, in municipio a Cene, il paese dove la diciannovenne uccisa aveva la residenza nella casa con i genitori e due fratelli minori.

Tutte le circostanze portano inevitabilmente verso la causa passionale. Ma gli inquirenti per il momento non si sbilanciano.

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