Il Circolino non sarà sfrattato, ma si sposterà giusto alla porta accanto. Il Comune pagherà affitti arretrati per poco più di 300 mila euro anziché 1 milione e 200 mila. Ma c’è di più, nella vicenda che riguarda Sant’Agata. Ieri Palafrizzoni e demanio hanno sottoscritto un documento che, oltre a chiudere il contenzioso sull’affitto, delinea quello che sarà il destino di due dei più importanti «contenitori» nel cuore di Città Alta: Sant’Agata e il Carmine. Quest’ultimo, infatti, sarà ristrutturato e proprio nei suoi locali ospiterà il Circolino.L’IPOTESI SFRATTO «È la fine di un incubo, siamo felicissimi»: è raggiante Aldo Ghilardi, presidente della Cooperativa Città Alta, che dal 1983 gestisce il locale che è anche centro anziani. «La situazione si è risolta per il meglio, il nostro elogio va soprattutto all’assessore al Patrimonio Francesco Macario che ha avuto un ruolo decisivo». L’ipotesi di uno sfratto del Circolino dalla chiesa sconsacrata dell’ex carcere era emersa a inizio luglio: il demanio, proprietario dell’intero edificio, aveva chiesto al Comune di far liberare i locali entro il 2009. La richiesta era dovuta alla volontà di indire un bando e far riqualificare l’edificio: secondo quanto emerso, l’intenzione era ricavarvi un albergo. Il Comune, su cui incombeva una richiesta milionaria per affitti non versati a causa di una non chiara definizione della proprietà, sembrava aver più o meno accettato la condizione: sul piatto c’era l’abbattimento della cifra a 350 mila euro. La reazione della Cooperativa Città Alta era stata però stata durissima: «Ci sentiamo abbandonati dal Comune». Poi era scattata una petizione, oggi a quota 10 mila firme. Inizialmente da Palafrizzoni avevano parlato di una «scelta difficile, ma obbligata». Poi, però, si era aperto uno spiraglio: «Niente è deciso, la trattativa prosegue», aveva detto il sindaco Roberto Bruni. E si è capito che il Comune aveva deciso di ripartire alla carica.UN’ESTATE DI TRATTATIVE La trattativa, affidata all’assessore Macario, è proseguita serrata nei mesi estivi. Anche perché, se da una parte si desiderava salvare il Circolino e soprattutto non lasciare che l’intero ex carcere finisse fuori dall’orbita comunale, dall’altra il demanio faceva valere le sue ragioni e l’udienza per la transazione si avvicinava. Dopo incontri con l’Agenzia, dibattiti in Giunta, pareri tecnici, ecco che ieri, in extremis, è arrivata l’intesa. Fissato per il 4 ottobre, l’appuntamento in tribunale vedrà le due amministrazioni pubbliche presentarsi con l’accordo in mano e un progetto che va ben oltre le sorti del Circolino: la soluzione del contenzioso su Sant’Agata non solo coinvolge l’ex convento del Carmine, ma è considerata da entrambe le parti la chiave per procedere alla trattativa su altri beni demaniali in città, caserma Montelungo in primis.ACCORDO ECONOMICO A BUON FINE Ma cosa prevede l’accordo? «Quello appena firmato è un documento preliminare che sancisce l’intesa economica», precisa il sindaco Bruni. La trattativa è andata a buon fine per Bergamo: Palafrizzoni e la Cooperativa (che compartecipa all’affitto) si troveranno a pagare poco più di 300 mila euro. «Sono molto soddisfatto», chiosa Bruni. Anche perché di mezzo, lo aveva fatto notare in passato, «ci sono soldi pubblici».QUATTRO ANNI PER IL CARMINE Per arrivare all’intesa entrambe le parti hanno posto delle condizioni. Palafrizzoni, dalla sua, aveva una carta decisiva: è il Comune, e solo il Comune, a poter dare una nuova destinazione d’uso all’ex carcere. Al demanio è stato quindi chiesto di posticipare al 2011 la data di sgombero di Sant’Agata (della chiesa, ma anche degli spazi occupati dalla 3ª Circoscrizione). Quattro anni è il lasso di tempo che Palafrizzoni si è dato per rimettere a nuovo l’altro stabile chiave del centro storico, cioè il Carmine. Per l’edificio, che è a pochi metri da Sant’Agata, esiste già un progetto di riqualificazione che tiene conto del Teatro tascabile che lì si trova già oggi e che prevede spazi sociali e alloggi Aler indirizzati in modo particolare a giovani coppie e studenti. Fra le aree a disposizione del Comune, oltre alla Circoscrizione, ci saranno locali per attività sociali e ricreative: lì si sposterà la Cooperativa Città Alta, in virtù della riconosciuta attività di supporto sociale. Il progetto per ridare lustro al Carmine ha letteralmente scalato la lista delle priorità dell’amministrazione. E se il sindaco non si spinge nei dettagli – anche perché oggi ci sarà un’informativa in Giunta – una cosa sull’iter della nuova opera la conferma: «Il progetto era accantonato, ora sarà inserito nel piano delle opere pubbliche per il 2008». Il costo? Secondo indiscrezioni è qualcosa come 10 milioni di euro. Al Comune l’opera dovrebbe costare circa 3,5 milioni di euro: in ballo, nel sostegno della spesa, ci sono infatti altri soggetti, fra cui l’Aler e chi entrerà negli spazi sociali. «Noi siamo pronti a fare la nostra parte», assicura Ghilardi. E se il Circolino si sposterà dalla chiesa sconsacrata, non verrà meno l’uso del giardino tanto amato da anziani e studenti: lo spazio, hanno rivelato studi urbanistici approfonditi, appartiene proprio al confinante Carmine. Per il momento la Cooperativa si sposta alla porta accanto, poi chissà. Perché il destino di Sant’Agata inizia a delinearsi.MENO INCERTO IL FUTURO DI SANT’AGATA «Collateralmente all’accordo per la transazione abbiamo deciso che il Comune attiverà uno studio urbanistico sulla destinazione di Sant’Agata», afferma Bruni. Anche qui non ci sono conferme, dato che lo studio è tutto da fare, ma pare che l’intenzione sia accettare la destinazione ricettiva (in tal caso si parla di un albergo di lusso, perché con bandi di 50 anni difficilmente in altro modo i privati ammortizzerebbero la spesa milionaria del restauro) ma anche dell’idea del Comune di ritagliare una porzione per uso ricreativo, probabilmente proprio quella dove oggi c’è il Circolino. Lo spazio, ovviamente, sarebbe assegnato tramite un bando e allora non è escluso che anche la Cooperativa possa rimettersi in gioco. Sulle destinazioni urbanistiche, come su tempi e risorse, ci sarà però chiarezza solo quando Comune e demanio arriveranno a stendere l’accordo di programma: l’obiettivo è siglarlo nel giro di un anno.CASERME ALL’ORIZZONTE Bruni è comunque prudente e sottolinea: «Sugli spazi di Sant’Agata non ci sono decisioni, bisogna osservare lo scenario». E lo «scenario» sono nientemeno che le proprietà demaniali in città. Fra le caserme, non è un mistero, la più ambita dall’amministrazione è la Montelungo. Vicina a Gamec e Carrara, è lo spazio ideale per ampliare il polo museale cittadino. E, per raggiungere l’obiettivo, il momento è ottimo: parallelamente all’accordo di programma sulle destinazioni di Sant’Agata, su cui demanio è molto interessato, il Comune dovrebbe presentare un piano che chiede un’intesa sulle caserme.(21/09/2007)
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