Consiglio d’amministrazione a 9 componenti e Ilario Testa in sella fino all’approvazione del bilancio 2007, quindi fino alla primavera del prossimo anno. Questa la soluzione più probabile per il riassetto del Cda di Sacbo, società che gestisce lo scalo di Orio al Serio, alla luce dell’esito dell’assemblea straordinaria di ieri. Giovedì sarà la volta dell’assemblea ordinaria per la nomina del Cda, e lì si avrà sia la conferma del numero dei componenti (il nuovo Statuto ne indica da 7 a 11) che della presidenza. Formalmente le cariche saranno attribuite solo lunedì 3 nella prima riunione del nuovo Cda, ma se Testa sarà della partita si capirà già giovedì: impensabile, difatti, che resti nel Cda senza fare il presidente, ruolo che ricopre dal 1993 e per cinque mandati consecutivi, quelli che hanno segnato il decollo dello scalo nell’olimpo dei cieli italiani ed europei.Testa resterà al timone di Sacbo fino alla prossima primavera, la naturale scadenza del suo quinto mandato se non fosse intervenuto il taglio dei componenti pubblici nei Cda, imposto dal decreto Lanzillotta. In sostanza la situazione attuale viene «congelata» per i prossimi sei mesi, tranne il taglio di 4 consiglieri già operativo da giovedì: non a caso la scadenza del nuovo Cda dovrebbe essere espressamente vincolata all’approvazione del bilancio 2007, poi Sacbo volterà pagina.La trama del libro la si conosce già: il successore di Testa sarà Mario Ratti, già presidente dell’Unione Industriali, componente del Cda e del Comitato esecutivo Sacbo. Una successione praticamente scritta che diventerà operativa a primavera 2008. Ratti dovrebbe venire affiancato da due vicepresidenti, uno di nomina bergamasca e l’altro milanese: il primo sarà Renato Ravasio, il secondo lo sceglierà Sea, cioè il Comune di Milano. A Ravasio dovrebbero venire attribuite deleghe amministrative, ma il quantum è in un certo senso subordinato al benestare di Sea, che potrebbe storcere la bocca davanti al fatto che il lato bergamasco detenga presidente e amministratore delegato, chiedendo quindi una redistribuzione delle cariche operative tra i due vice. Ma questa partita è ancora tutta da giocare: di certo c’è solo che tramonta l’ipotesi della direzione generale: disegno perseguito da Testa e fortemente osteggiato da un socio in particolare, la Provincia. Anzi, Via Tasso mette a segno il colpo, mettendo Ravasio nelle posizioni altissime della Sacbo che sarà.Ma questo è il futuro, il presente vede un taglio di 4 consiglieri su 13: 2 dal lato Milano e altrettanti da quello bergamasco. Sul primo fronte certo l’addio di Luigi Girometta (fresco vicepresidente di Sea), possibile quello di Ottavio Lecis o Giuseppe Binaschi. Sul lato bergamasco, esce di scena Giuseppe Fornasari, e in questo giro intermedio dovrebbe restare fuori Cesare Zonca – presidente Creberg – pronto però a rientrare con il passaggio di consegne Testa-Ratti. Palafrizzoni, Camera di Commercio e Provincia avranno un componente a testa, idem per le banche (Credito Bergamasco e Banca Popolare): e fanno 5 posti. In più, un componente indicato dai privati ma con beneplacito (una mezza indicazione...) Sea, che ne esprimerà altri 3 direttamente, per arrivare così a quota 9 e ad un rapporto 5-4 a favore di Bergamo.(27/11/2007)
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