Rovetta, tornano i boati notturni
«Sono brontolii del sottosuolo»

Tornano a farsi sentire a Rovetta i boati: i brontolii del sottosuolo già studiati tra il 2000 e il 2001. Lunedì sera intorno alle 24 alcuni abitanti di Rovetta, in particolare della zona della Conca Verde, hanno sentito un forte rumore, «tra un tonfo e un botto».

Tornano a farsi sentire a Rovetta i boati: i brontolii del sottosuolo già studiati tra il 2000 e il 2001. Lunedì sera intorno alle 24 alcuni abitanti di Rovetta, in particolare della zona della Conca Verde, hanno sentito un forte rumore, «tra un tonfo e un botto». Non il primo del 2014 visto che domenica intorno alle 15,30 alcune persone affermano di aver avvertito lo stesso fenomeno nei centri abitati di Rovetta, Conca Verde e San Lorenzo. In entrambi i casi sembra che lo scricchiolio del sottosuolo non sia stato così forte come in passato, tanto che anche in municipio le segnalazioni non sono giunte copiose. «Io personalmente non li ho sentiti – racconta il primo cittadino Stefano Savoldelli –, nonostante abiti molto vicino alla zona dove gli studi hanno individuato l’epicentro. Tuttavia altri miei famigliari lo hanno sentito».

La gente del posto è ormai abituata a convivere con questi rumori, eppure la cosa non viene presa sottogamba. «Anche se in comune – continua il primo cittadino – sono giunte poche segnalazioni, abbiamo comunque effettuato accertamenti sul territorio per verificare che non ci fossero danni o situazioni anomale».

Come già successo numerose volte anche in passato, i boati si sono ripresentati dopo un periodo caratterizzato da intense precipitazioni.

«È l’acqua che impregna le faglie del territorio – spiega il geologo Daniele Ravagnani – e che favorisce lo scivolamento delle rocce. Inoltre sempre l’acqua gonfia i gessi che si trovano negli strati del sottosuolo».

Ma se la relazione tra piogge e boati è nota, da alcuni anni si sta osservando un secondo fenomeno. Come già successo in passato i boati si sono ripresentati dopo forti piogge e con la luna nella sua orbita non lontana dalla terra (a circa 363.000 chilometri, quando la distanza minima è 356.371, la massima 406.720).

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 26 febbraio 2014

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