Rosso-stop: il Ministero con gli automobilisti «Quelle contravvenzioni vanno archiviate»

Dopo prefettura e giudici di pace, anche il Ministero dell’Interno si è finalmente pronunciato sulla vicenda del «rosso-stop», le contravvenzioni comminate per essere stati colti da apparecchiature elettroniche ad attraversae incroci con il semaforo rosso. Ebbene, chi è stato multato prima del 18 marzo 2004, non dovrà pagare. Il Ministero ha dato così ragione agli automobilisti che hanno fatto ricorso, riconoscendo che la rilevazione automatica dell’infrazione era stata attuata con apparecchiature non omologate per funzionare senza la presenza di un agente accertatore.

Dunque, multe cancellate per tutti. La questione - come sottolinea Federconsumatori che si è battuta per sostenere le ragioni degli automobilisti - ha interessato anche la Bergamasca per la presenza di impianti «rosso-stopo» ad Albano e della zona dell’Isola. Soddisfazione, quindi, per chi si è opposto con ostinazione al pagamento della contravvenzione. Coloro, invece, che pur opponendosi avevano comunque provveduto a pagare la contravvenzione, la restituzione dei soldi è sacrosana ma, come sottolinea anche Federconsumatori, non sarà di facile attuazione. Certo, per il principio costituzionale del «diritto di uguaglianza», dovrà essere restituito quanto indebitamente riscosso, ma ci vorrà tempo. E sotto questo aspetto, la vicenda insegna che è sempre meglio non essere troppo solerti a pagare, soprattutto quando c’è il sospetto di avere qualche ragione.

(29/06/2004)

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